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Schio

Perde portafoglio
Profugo lo trova
e lo restituisce

Christian Zarantonello abbracciato a Kebba
Christian Zarantonello abbracciato a Kebba
Christian Zarantonello abbracciato a Kebba
Christian Zarantonello abbracciato a Kebba

SCHIO. Si siede sulla scalinata della chiesa di Ss. Trinità bloccato da quelle parti da una pioggerellina annunciata come maltempo da stato di allerta, rivelatasi poche gocce. Aspetta che le nuvole passino e poi va a casa ma si accorge che il portafoglio gli è scivolato fuori dalle tasche. Dentro ci sono 200 euro in contanti, documenti, bancomat, carta di credito. E accanto pure aveva lasciato un paio di occhiali da sole. Trova il tutto un profugo del Gambia che avverte i collaboratori del parroco, in vacanza con il campo scuola parrocchiale, e la mattina dopo avviene la riconsegna.

Christian Zarantonello abbraccia Kebba e lo ringrazia commosso. Ecco il racconto di Christian: «Nel ripartire verso casa dopo la pioggia, ho lasciato sui gradini del sagrato il mio portafoglio e un paio di occhiali da sole dimenticando per alcune ore la vicenda. Solo nel momento in cui sono andato a fare la spesa mi sono reso conto, ripercorrendo le mie mosse, dell'accaduto. Mi sono quindi recato nel punto esatto in cui mi son seduto ma come immaginavo, non c'era più nulla».

Comincia a chiedere ai ragazzi impegnati in una partitella a calcio nel campetto vicino, poi ai passanti ma del portafoglio nessuna traccia.

«Qualcuno mi ha suggerito di lasciar perdere, tanto la zona è frequentata da extracomunitari, come a sottintendere che è malfamata e che non avrei ritrovato nulla».

Suona in canonica ma don Carlo Coriele, il parroco, non c’è perché sta seguendo il campo scuola. Al cellulare risponde solo in tarda serata e lo rassicura: «La tua roba è stata trovata da Kebba, un migrante del Gambia. Domani mattina ti aspetta per la riconsegna».

E ieri mattina contanti, carte di credito e documenti sono tornati nelle mani del proprietario.

«Sono felice per aver recuperato tutti i miei effetti personali ma ancor di più nel voler constatare che non vincono sempre le maldicenze sulla disonestà della gente, sui preconcetti verso gli extracomunitari».

Ad accompagnare Kebba all’appuntamento c’era Franco Venturella, ex provveditore agli studi di Vicenza, residente nel quartiere e che ha un ruolo particolare nella vicenda.

«Nei media, soprattutto in questo periodo, si proclamano allarmismi e diffidenze - conclude Zarantonello, che è insegnante - ma credo sia più che mai necessario oggi dare testimonianza di simili gesti di solidarietà e fraternità. La chiamo proprio fraternità perché nell'abbraccio con Kebba io mi sono sentito a casa, fra le braccia di un fratello».

Presto svelato il ruolo di intermediazione svolto dall’ex provveditore, che di Zarantonello è stato preside alle magistrali scledensi: Kebba, uscito dal programma dei richiedenti asilo di una cooperativa, sta lavorando saltuariamente come cameriere o lavapiatti. Ha trovato ospitalità in canonica dal parroco don Carlo e pranza e cena a casa di Venturella, che a sua volta ospita un ragazzo senegalese studente in Medicina, amico di Kebba.

Mauro Sartori

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