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Santorso

Paziente asfissiato
Tre indagati
per omicidio

L’ingresso del reparto di psichiatria dove è avvenuta la tragedia. FOTOSERVIZIO CISCATO - STUDIO STELLA
L’ingresso del reparto di psichiatria dove è avvenuta la tragedia. FOTOSERVIZIO CISCATO - STUDIO STELLA
L’ingresso del reparto di psichiatria dove è avvenuta la tragedia. FOTOSERVIZIO CISCATO - STUDIO STELLA
L’ingresso del reparto di psichiatria dove è avvenuta la tragedia. FOTOSERVIZIO CISCATO - STUDIO STELLA

SANTORSO. Tre indagati per la morte di Eugenio Carpenedo. Il pm Serena Chimichi ha iscritto tre nomi nel registro degli indagati per la tragica fine del paziente del reparto di psichiatria dell’ospedale di Santorso, morto soffocato dopo che la sua stanza si era riempita di fumo a causa di un principio d’incendio provocato quasi sicuramente da una sigaretta rimasta accesa.

Omicidio colposo è l’accusa rivolta, a quanto pare al personale presente nel reparto al momento della disgrazia, anche se ieri non sono stati forniti riferimenti precisi dalla Procura. Però gli inquirenti stanno visionando i filmati per stabilire quanto accaduto in quella mezz’ora passata dalle 4,30 di venerdì mattina, quando si attivò l’allarme e le 5, quando furono allertati i vigili del fuoco. Perché tanto tempo?

La prima versione raccolta dai carabinieri della Compagnia di Schio è che la porta della stanza di Carpenedo fosse chiusa. A chiave? No, secondo il personale ma tanto basta a trattenere all’interno il fumo e soprattutto a depistare i soccorsi. «Ma se non era chiusa chiave - ribatte Federica, la cugina della vittima - come mai Eugenio non è uscito? Non aveva problemi a muoversi». Un interrogativo che potrebbe essere sciolto proprio dalla visione dei filmati sequestrati dai militari. Il pm domani deciderà se ordinare l’autopsia del corpo anche se sembra chiara la natura del decesso: il sessantatreenne aveva qualche ustione superficiale. Sarebbe stata dunque l’asfissia la causa della morte, sopraggiunta dopo l'arrivo dei vigili del fuoco che hanno trasportato in corridoio il corpo dell’uomo in stato di incoscienza.

Intanto un dubbio sarebbe stato sciolto, quello relativo agli estintori che sono stati usati dal personale, dall’ingresso della stanza dato che non sarebbe stato possibile accedervi. Rimane plausibile dunque la ricostruzione dei familiari, che avrebbero raccolto testimonianze di chi avrebbe visto in piedi il loro congiunto mentre tentava di aprire la finestra, tutte rigorosamente chiuse nel reparto. Gli unici a raggiungere il paziente sono stati i pompieri: quando l’hanno portato fuori non era cosciente ma respirava, seppur con estrema difficoltà. Ed è spirato poco dopo.

Carpenedo, ospite della Casa rossa di Santorso era un tabagista, tanto che era stato ricoverato in questi giorni anche per questo problema. Nel reparto si può fumare ma solo negli spazi appositi e sotto rigido controllo del personale, che poi sequestra sigarette e accendini. Eppure l'uomo un accendino in camera era riuscito a portarselo. Se poi il letto abbia preso fuoco per un mozzicone o per altri motivi, saranno le indagini del nucleo di investigazione antincendio territoriale di Mestre a stabilirlo.

Il pubblico ministero Chimichi ha manifestato l'intenzione di avvalersi di esperti per dissipare anche gli ultimi interrogativi. Nel frattempo la Regione Veneto, come informato dall'assessore Luca Coletto, ha avviato un'indagine interna per verificare cosa sia accaduto l'altra mattina nel reparto del nosocomio orsiano.

Mauro Sartori

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