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Parrucchieri e tuttofare
È lotta all’abusivismo

Nel mirino l’abusivismo anche nel settore delle parrucchiereIl patto siglato ieri in municipio fra le parti interessate. S.D.C.
Nel mirino l’abusivismo anche nel settore delle parrucchiereIl patto siglato ieri in municipio fra le parti interessate. S.D.C.
Nel mirino l’abusivismo anche nel settore delle parrucchiereIl patto siglato ieri in municipio fra le parti interessate. S.D.C.
Nel mirino l’abusivismo anche nel settore delle parrucchiereIl patto siglato ieri in municipio fra le parti interessate. S.D.C.

Addio alla nutrita schiera di parrucchiere, estetiste, giardinieri, autoriparatori e variegati tuttofare, dediti all'attività lavorativa in modalità “casalinga”, del tutto abusiva ed esentasse. È stata presentata ieri mattina in municipio l'alleanza stretta tra Confartigianato mandamento di Schio, Comune e Consorzio di polizia locale Alto Vicentino, con l'obiettivo di rinforzare i controlli su quella nicchia del mercato lavorativo in nero che mette in cattiva luce le imprese del settore, sottrae commesse e arreca danno all’economia locale in generale, con rischi non indifferenti anche per i clienti.

«Ma non vogliamo fermarci qui – sottolinea il presidente Nerio Dalla Vecchia -. Vorremmo coinvolgere anche gli altri mandamenti nel portare avanti questa cultura del contrasto all'abusivismo».

Sono almeno una ventina i casi individuati ogni anno da Confartigianato nei paesi del mandamento (Schio, Santorso, Piovene, S.Vito di Leguzzano, Torrebelvicino, Valli del Pasubio) relativi a professionisti “beccati” a lavorare in modo del tutto irregolare. Si tratta soprattutto di disoccupati, pensionati ma anche di regolari dipendenti d’azienda che portano avanti un'attività parallela nel weekend o alla sera.

La posizione dell’operatore abusivo è economicamente vantaggiosa rispetto a quella del collega artigiano regolare, dato che il primo evade ogni tipo di fiscalità e contributi. L’abusivo inoltre può permettersi di lavorare e vendere la propria merce ad un prezzo inferiore generando concorrenza sleale. Da non dimenticare poi il danno allo Stato, privato delle economie derivanti dalle imposte sul lavoro.

Come spiegato dal vicecomandante Loris Revrenna, della polizia locale Consorzio Alto Vicentino, «i controlli possono essere di vario tipo, dagli appostamenti alle verifiche sul campo. Le sanzioni di nostra competenza sono salate e partono da minimo 1032 euro». Gommisti e meccanici abusivi ad esempio potrebbero pensare, per non svelare la propria attività in nero, di scaricare rifiuti inquinanti (olii, liquidi, pneumatici...), nell'ambiente. Reato con conseguenze penali.

E non mancano i grossi rischi anche per la clientela. Parrucchiere ed estetiste potrebbero ad esempio impiegare prodotti scadenti e non controllati e provocare danni alla pelle o ai capelli della persona. In caso di lavori in casa (muratori, imbianchini, giardinieri...) «il committente – sottolinea il sindaco Valter Orsi - può incorrere in pesanti sanzioni qualora l'abusivo incaricato a svolgere il lavoro o i suoi collaboratori, incorrano in un infortunio o arrechino danni a terzi».

Silvia Dal Ceredo

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