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Parchi e strade, quanti ostacoli per i disabili

Marciapiedi senza rampe e buche
sull’asfalto e nei sentieri rendono
la vita difficile a chi deve muoversi
e spostarsi sulla sedia a rotelle
Attraversamenti pericolosi con gradini. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSuperamento di un ostacolo dovuto ad una bucaUna salita su attraversamento pedonale privo di rampa
Attraversamenti pericolosi con gradini. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSuperamento di un ostacolo dovuto ad una bucaUna salita su attraversamento pedonale privo di rampa
Attraversamenti pericolosi con gradini. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSuperamento di un ostacolo dovuto ad una bucaUna salita su attraversamento pedonale privo di rampa
Attraversamenti pericolosi con gradini. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATOSuperamento di un ostacolo dovuto ad una bucaUna salita su attraversamento pedonale privo di rampa

Elia Cucovaz

Dopo una mattinata così, non è più possibile guardare la strada con gli stessi occhi. Basta percorrere qualche decina di metri su una carrozzina per comprendere il valore dell’accessibilità. Scalini, buche e sporcizia costringono infatti a vivere l’uscita in strada e nei parchi come una specie di percorso di guerra. A chi scrive, quest’opportunità è stata offerta dalla commissione “Città senza barriere”, composta da persone con diversi handicap, impegnata a verificare l’accessibilità dei percorsi che collegano i monumenti di Schio su richiesta dell’amministrazione.

DISSESTI. Il percorso di ieri andava dai Cappuccini a piazza Da Schio, passando per S. Francesco e S. Maria in Valle. Risultato: nessuna delle tappe è visitabile senza accompagnatore, salvo essere “assi” della carrozzina. A partire dalla ripida rampa di accesso al convento. Le strade purtroppo non sono meglio e un neofita come il sottoscritto se l’è vista brutta più volte a causa di buche e dissesti, specialmente in via Fra Matteo, dove manca il marciapiede, e sul lastricato sconnesso in via Brolo del Conte.

OSTACOLI. Il problema più grosso lo incontriamo sui passaggi pedonali che uniscono via Fra Matteo e via Brolo. Mancano infatti le rampe per salire sul marciapiede. Si forma una coda di auto mentre i commissari attraversano con l’aiuto degli accompagnatori. Essere trascinato in salvo da una persona che non può camminare, mette a nudo quel senso di impotenza verso la città con cui chi ha una mobilità diversa deve imparare a convivere. E Schio, dicono, è messa megliodi tante altre città. L’espressione “diversamente abile” si spiega guardando uno di loro, Federico Rossi, di 21 anni, affrontare scalini e salti impennando sulle due ruote. «Non è per farsi vedere: così si rischia meno di cadere».

PRECLUSIONI. Nessun altro del gruppo, però, può contare su altrettanta forza ed equilibrio. San Francesco è inaccessibile perché neanche con la trazione elettrica si riesce a salire la rampa col ghiaino che sale dalla Valletta. La stessa area della “Busa” è piena di sconnessioni ora nascoste dalle foglie e si rischia di cadere. A Santa Maria in Valle, invece, è un gradino di pochi centimetri a rendere difficoltosa l’entrata. Perfino prendere un caffè al bar prima di salutarsi rischia di diventare un problema. Per fortuna il morale della compagnia è alto e c’è sempre un’occasione per scherzare sui propri problemi. Tanto che, alla fine, alzarsi dalla carrozzina un po’ dispiace.

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