Elia Cucovaz
Dopo una mattinata così, non è più possibile guardare la strada con gli stessi occhi. Basta percorrere qualche decina di metri su una carrozzina per comprendere il valore dell’accessibilità. Scalini, buche e sporcizia costringono infatti a vivere l’uscita in strada e nei parchi come una specie di percorso di guerra. A chi scrive, quest’opportunità è stata offerta dalla commissione “Città senza barriere”, composta da persone con diversi handicap, impegnata a verificare l’accessibilità dei percorsi che collegano i monumenti di Schio su richiesta dell’amministrazione.
DISSESTI. Il percorso di ieri andava dai Cappuccini a piazza Da Schio, passando per S. Francesco e S. Maria in Valle. Risultato: nessuna delle tappe è visitabile senza accompagnatore, salvo essere “assi” della carrozzina. A partire dalla ripida rampa di accesso al convento. Le strade purtroppo non sono meglio e un neofita come il sottoscritto se l’è vista brutta più volte a causa di buche e dissesti, specialmente in via Fra Matteo, dove manca il marciapiede, e sul lastricato sconnesso in via Brolo del Conte.
OSTACOLI. Il problema più grosso lo incontriamo sui passaggi pedonali che uniscono via Fra Matteo e via Brolo. Mancano infatti le rampe per salire sul marciapiede. Si forma una coda di auto mentre i commissari attraversano con l’aiuto degli accompagnatori. Essere trascinato in salvo da una persona che non può camminare, mette a nudo quel senso di impotenza verso la città con cui chi ha una mobilità diversa deve imparare a convivere. E Schio, dicono, è messa megliodi tante altre città. L’espressione “diversamente abile” si spiega guardando uno di loro, Federico Rossi, di 21 anni, affrontare scalini e salti impennando sulle due ruote. «Non è per farsi vedere: così si rischia meno di cadere».
PRECLUSIONI. Nessun altro del gruppo, però, può contare su altrettanta forza ed equilibrio. San Francesco è inaccessibile perché neanche con la trazione elettrica si riesce a salire la rampa col ghiaino che sale dalla Valletta. La stessa area della “Busa” è piena di sconnessioni ora nascoste dalle foglie e si rischia di cadere. A Santa Maria in Valle, invece, è un gradino di pochi centimetri a rendere difficoltosa l’entrata. Perfino prendere un caffè al bar prima di salutarsi rischia di diventare un problema. Per fortuna il morale della compagnia è alto e c’è sempre un’occasione per scherzare sui propri problemi. Tanto che, alla fine, alzarsi dalla carrozzina un po’ dispiace.