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Panico da nube chimica, allarme rientrato

La nube chimica sprigionatasi dal deposito della Broke Metal Division. FOTO DONOVAN CISCATOCarabinieri sul luogo dell’incendio in via Lungo Gogna. E.CU.Il sindaco con i tecnici Arpav. E.CU.
La nube chimica sprigionatasi dal deposito della Broke Metal Division. FOTO DONOVAN CISCATOCarabinieri sul luogo dell’incendio in via Lungo Gogna. E.CU.Il sindaco con i tecnici Arpav. E.CU.
La nube chimica sprigionatasi dal deposito della Broke Metal Division. FOTO DONOVAN CISCATOCarabinieri sul luogo dell’incendio in via Lungo Gogna. E.CU.Il sindaco con i tecnici Arpav. E.CU.
La nube chimica sprigionatasi dal deposito della Broke Metal Division. FOTO DONOVAN CISCATOCarabinieri sul luogo dell’incendio in via Lungo Gogna. E.CU.Il sindaco con i tecnici Arpav. E.CU.

Vapori bianchi, vigili del fuoco con le maschere antigas e un acre odore di ammoniaca che irritava la gola mentre i megafoni della polizia locale trasmettevano ai residenti l’ordine di non uscire di casa e tenere chiuse le finestre. Uno scenario di piena emergenza quello di ieri, a partire dalle 7, in via Lungo Gogna, nel mezzo delle case. A provocarlo è stata una reazione chimica innescata dall’acqua piovana in un cumulo di rifiuti metallici provenienti dalla Bosnia che si trovavano nel piazzale della “Broke Metal Division”, azienda specializzata nel recupero di questi materiali. L’allarme è rientrato alle 17.

L’ALLARME. I vigili del fuoco del distaccamento di Schio sono intervenuti prima dell’alba nella ditta che si trova all’interno di una piccola area produttiva circondata dalle case. Già sabato sera lì c’era stata un’emergenza simile, che aveva spaventato i residenti per l’odore di ammoniaca, ma che sembrava risolta. Ieri mattina, tuttavia, la ripresa dei fumi chimici dal cumulo di polveri metalliche ha fatto scattare di nuovo l’allarme. Dopo aver tentato di domare l’autocombustione, le squadre hanno provato a soffocarla con un carico di sabbia fornita dal vicino deposito della ditta di materiali edili “Sartore”.

AMMONIACA. La misura purtroppo non è stata risolutiva. I vapori dal forte odore di ammoniaca continuavano infatti a filtrare attraverso la sabbia. Sono intervenuti quindi il nucleo Nbcr dei vigili del fuoco di Vicenza, specializzato nel rischio chimico e l’Arpav, oltre a polizia locale, carabinieri e tecnici dello Spisal. «Ho comprato regolarmente quel carico di circa 2 quintali da un’azienda bosniaca - ha spiegato il titolare della “Broke”, Raffaele Cola - Credevo che fossero solo sfridi di alluminio». All’interno, però, si trovavano evidentemente altre sostanze chimiche non dichiarate.

LA PAURA. Non è chiaro quali composti derivanti da processi industriali fossero presenti nel materiale, ma è probabile che sia stata l’acqua piovana a innescare la reazione che produceva gas e calore. Intanto, anche il sindaco Valter Orsi, con gli assessori Anna Donà e Barbara Corzato, è arrivato nella zona per sincerarsi della situazione. I valori di ammoniaca registrati nell’aria erano di 20 parti per milione nelle vicinanze del deposito e di 2 nelle vie circostanti, al di sotto comunque dei livelli di pericolo. È stata svolta anche una misurazione della radioattività, che però ha dato esito negativo.

L’INTERVENTO. Intorno alle 11 il sindaco ha comunque emanato un’ordinanza con cui chiedeva ai cittadini nel raggio di 250 metri di rimanere in casa con le finestre chiuse, trasmesso dalla polizia locale.

Le attività produttive e commerciali circostanti, tra cui la birreria “Landshut” e la concessionaria “Dp Auto”, sono state evacuate. Intanto Arpav e vigili del fuoco stavano elaborando un piano di intervento per bloccare la reazione inertizzando il materiale. Alla fine si è deciso di trasferirlo in cassoni forniti da Ava e di sommergerlo di sabbia e acqua presa dal vicino torrente Gogna.

LA SOLUZIONE. L’intervento che ha visto coordinarsi gli sforzi di diversi enti è stato avviato intorno alle 14 e a metà pomeriggio si poteva già decretarne il successo. Lo stesso titolare e i dipendenti della Broke hanno lavorato con le macchine operatrici per portarlo a termine. Non risultano al momento denunce verso la ditta, ma, come di rito, una segnalazione sarà inoltrata in Procura per le decisioni del caso. L’ordinanza è stata revocata intorno alle 17. Il carico sarà sottoposto ad ulteriori analisi, prima di essere smaltimento.

Elia Cucovaz

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