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Velo d'Astico

«Ossa interrate»
Ripresi gli scavi
nell'ex allevamento

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Gli esperti impegnati nelle operazioni di scavo
Gli esperti impegnati nelle operazioni di scavo
Gli esperti impegnati nelle operazioni di scavo
Gli esperti impegnati nelle operazioni di scavo

VELO D'ASTICO. Gli esperti del laboratorio Labanof (il centro di antropologia e odontologia forense di Milano), incaricati dal pubblico ministero Hans Roderich Blattner, sono tornati a Velo d’Astico per completare gli scavi all’interno dell’ex allevamento di maiali di via Frighi di proprietà della famiglia Sperotto. Dopo avere verificato che nel terreno non c’era traccia degli scheletri umani segnalati da Bortolo Miotti, il costruttore edile di Lugo interessato all’acquisto del campo che per anni aveva ospitato un allevamento di suini, gli antropologi coordinati da Dominic Salsarola da qualche giorno sono impegnati nelle operazioni di setaccio degli scarichi dell’impianto. L’ultima tappa del loro lavoro, commissionato dalla procura, è infatti quella di verificare che all’interno delle tubazioni non siano rimasti dei denti; le uniche parti di un essere umano (a parte i capelli) che non vengono assimilate dai maiali. La scelta del pubblico ministero di rivolgersi al centro Labanof era stata presa subito dopo le rivelazioni di Miotti nella speranza di riaprire il caso legato alla misteriosa scomparsa delle due mogli di Valerio Sperotto (il proprietario dell’allevamento morto nel 2011 all’età di 64 anni), Elena Zecchinato, detta Ivette, che ha fatto perdere le sue tracce nel gennaio 1988, e Virginia Mihai, di cui non si sono avute più notizie a partire dal 1999. Con le rivelazioni del costruttore edile di Lugo, che nei mesi scorsi aveva raccontato, e poi confermato più volte anche davanti al magistrato, di avere visto proprio lì, nel terreno dell’ex allevamento di via Frighi, due sacchi contenenti altrettanti scheletri umani, la procura era convinta, dopo trent’anni, di essere arrivata alla svolta di uno dei misteri ancora irrisolti avvenuti nel Vicentino. Delle due donne infatti nessuno ha mai saputo più nulla. L’equipe del Labanof, a partire dallo scorso autunno, ha scandagliato ogni angolo dell’ex allevamento, compresi i due capannoni e l’area che li separa sino ad arrivare all’ampio piazzale sul retro dei due fabbricati. Ma delle ossa e dei teschi visti da Miotti non è stato trovato nulla. L’imprenditore, che sostiene di avere rinvenuto i resti umani nel corso di un sopralluogo propedeutico all’acquisto della proprietà, ha anche spiegato di averli riseppelliti utilizzando una ruspa e di non aver detto nulla del loro ritrovamento perché scioccato da quella scoperta. 

 

Matteo Bernardini

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