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Orsi si ricandida per il bis ma dietro ora c’è il vuoto

La sede municipale di palazzo Garbin
La sede municipale di palazzo Garbin
La sede municipale di palazzo Garbin
La sede municipale di palazzo Garbin

Mauro Sartori Manca un anno o poco più al rinnovo amministrativo e poche sono sinora le certezze. E una è che Valter Orsi si ricandida. Lo ha di fatto ufficializzato sul suo profilo social nel bel mezzo di una polemica che riguarda tutt’altro argomento, ovvero la fusione fra Avs e Acque vicentine. Rivolgendosi ai suoi sostenitori e agli scledensi in generale, ecco la sua frase: «Fra un anno e mezzo si torna al voto qui a Schio, io penso di ricandidarmi, e questa è una pagina di un libro ancora da scrivere, ma se perderò le elezioni non ne farò una malattia, sarò certo di avere fatto del mio meglio per il cambiamento». I DISTINGUO. Quel “io penso” serve prudentemente a far capire che non può autocandidarsi ma che lo dovrà fare almeno una lista a suo sostegno. Nel 2014 ne aveva tre, tutte civiche perché, come tiene spesso a ribadire, non vuole partiti nella sua coalizione. Orsi torna in campo perché deve finire quanto cominciato. Ma il suo primo rivale rischia di trovarselo in casa, fra quelli che hanno contribuito al suo successo e che poi hanno cambiato percorso. RIVALI. Se Lega Nord e Forza Italia, minoranza in consiglio ma non vera opposizione visto l’allineamento con Orsi su molti argomenti, attendono l’esito delle politiche di marzo prima di partire con i confronti, è pressoché certo che “Siamo Veneto” farà la sua lista “contro“ l’attuale maggioranza, poggiando anche su due fuoriusciti, Mauro Tessaro, passato al gruppo misto e ritenuto un probabile candidato sindaco, e Federico Dalle Vedove, dimessosi per fare il presidente, poi esautorato, dell’Ipab La Casa. I venetisti di questo filone, non saranno dunque dalla parte di Orsi, con cui gli scontri non mancano. Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, si sono persi per strada diversi attivisti del 2014 ma il voto di marzo potrebbe rilanciare le ambizioni. A SINISTRA. Dalla parte opposta della barricata l’unico ad avere sciolte le riserve è Carlo Cunegato di “Tessiamo Schio” che ha aperto il cantiere elettorale ancora a fine settembre, con la sua “Coalizione civica”. Quattro anni fa fece comunque il pieno di preferenze, secondo in assoluto, ma riuscì ad entrare in consiglio solo grazie alle dimissioni di Dario Tomasi. Farà una sua lista e, se ci saranno le primarie di centrosinistra, si proporrà in alternativa al candidato del Pd. I “dem” si stanno muovendo ma non hanno nomi certi da sparare, per ora. Eppure l’attuale capogruppo Giovanni Battistella, con a fianco Davide Casarotto, è da tempo a caccia di figure da proporre per dare una svolta al centrosinistra scledense. La situazione dunque rimane fluida, con poche certezze dietro ad Orsi a cui, quattro anni fa, riuscì una rimonta clamorosa al ballottaggio, mai nemmeno sfiorata da chi nelle tornate precedenti aveva sfidato il candidato di Pd. Intanto Orsi ha rotto gli indugi ma, a quanto si mormora, non ha ancora messo le basi per l’alleanza che dovrà sostenerlo nell’impresa bis. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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