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Schio

Ora Marzotto
si riprende
il quadro di Rossi

Il quadro di Alessandro Rossi esposto ad un convegno. FOTO CISCATO
Il quadro di Alessandro Rossi esposto ad un convegno. FOTO CISCATO
Il quadro di Alessandro Rossi esposto ad un convegno. FOTO CISCATO
Il quadro di Alessandro Rossi esposto ad un convegno. FOTO CISCATO

SCHIO. È a detta di tutti il miglior quadro raffigurante il senatore Alessandro Rossi, pioniere dell’industria laniera italiana e simbolo venerato dell’imprenditoria vicentina. È rimasto esposto a lungo al Lanificio Conte, ammirato durante convegni, dibattiti, quasi il senatore volesse testimoniare la sua presenza. Quando la grande sala del Conte riaprirà i battenti per qualche attività, il grande quadro non ci sarà più.

Lo ha richiesto la proprietà, ovvero la famiglia Marzotto, che a suo tempo lo aveva prestato al Comune.

Ed ora l’opera dell’artista Giovanni Busato, datata 1875 che ritrae Rossi (all’epoca aveva 53 anni) in figura intera, con finestra alle sue spalle sugli altri simboli scledensi come il castello e l’Asilo Rossi, che egli stesso fece costruire per i figli dei suoi dipendenti. L’industriale, in abito elegante, poggia su un telaio Jacquard. Un quadro pieno di rimandi alla storia della Lanerossi, commissionato dai suoi dipendenti e inventariato il numero 680514.

In origine si trovava in Fabbrica Alta ma là avrebbe rischiato di finire in mano ai vandali o essere esposto alle intemperie. Il Comune aveva chiesto (e ottenuto) di esibirlo come biglietto da visita nel vicino Lanificio Conte, recuperato dai privati e diventato spazio espositivo oltre che luogo per festival, incontri pubblici di prestigio. Il bene risulta inventariato al numero 680514 del registro Lanerossi. E come tale è di proprietà della famiglia Marzotto, che lo ha chiesto di ritorno.

«E noi l’abbiamo restituito - ammette il sindaco Valter Orsi. - Dispiace perché è un’opera rappresentativa per la città ma non è tutelata dalla Sovrintendenza come invece gli archivi storici. Pertanto non potevamo fare altro».

C’è una punta di rammarico nelle poche parole del primo cittadino che non entra nel merito delle altre vicende che lo vedono battagliare con Immobili e Partecipazioni srl, società che gestisce il patrimonio immobiliare della Marzotto, sul fronte dell’area ex Lanerossi in zona industriale, con l’amministrazione comunale che continua a porre paletti sullo sviluppo commerciale di un piano urbanistico dai 50 mila metri quadrati. Con conseguenti ricorsi della proprietà. Un braccio di ferro che si sta spostando sul piano artistico?

Il sindaco fa segno di no ma non commenta. Il quadro fu commissionato al Busato dai dipendenti della Lanerossi, che lasciarono una dedica in basso sulla cornice. Pare che l’idea nacque tre anni priam, nel 1872 quando il Lanificio Rossi (allora si chiamava così ma cambiò denominazione diventando “anonima”, corrispondente all’attuale società per azioni, nel 1873). divenne la maggiore società italiana per fatturato e addetti e Schio si trovava al centro dello sviluppo industriale della penisola, appena riunificata dopo la terza guerra d’indipendenza.

Durante l’esposizione al Conte, il grande quadro era diventato oggetto preferito per foto in posa e selfie. In particolare quando Antonia Munarini presentò il suo omaggio letterario “Grazie Alessandro” nel 2015.

Mauro Sartori

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