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Non viene assunta
Disabile fa causa
all’ente comunale

La sede municipale di palazzo Garbin dove si è svolta la selezione. FOTO DONOVAN CISCATO
La sede municipale di palazzo Garbin dove si è svolta la selezione. FOTO DONOVAN CISCATO
La sede municipale di palazzo Garbin dove si è svolta la selezione. FOTO DONOVAN CISCATO
La sede municipale di palazzo Garbin dove si è svolta la selezione. FOTO DONOVAN CISCATO

Voleva quel posto di assistente amministrativo part-time negli uffici del Comune riservato alle categorie protette. Anzi, di più: riteneva proprio che le spettasse di diritto. Dal municipio, però, hanno deciso di non assumerla e, quindi, toccherà al giudice decidere chi tra i due litiganti ha ragione.

L'udienza nelle aule del Tribunale di Vicenza è fissata tra pochi giorni e precisamente il prossimo giovedì 17 agosto, alle 9.45. Allora, S.A., queste le iniziali della donna che ha deciso di trascinare l’amministrazione comunale in tribunale, si scontrerà con l’ente locale scledense che sarà rappresentato e difeso dall'avvocato civico Umberto Poscoliero.

IL CONCORSO. La donna, in possesso di una laurea, aveva partecipato al “Concorso pubblico per soli esami per la copertura di due posti di collaboratore amministrativo (categoria b3) a part-time di 18 o 36 ore settimanali e a tempo indeterminato interamente riservato agli appartenenti alle categorie protette”.

La graduatoria determinata da questo concorso, che era valida come notifica agli interessati, è poi stata pubblicata sul sito internet dell'amministrazione comunale il 5 settembre 2016 ed è ancora visibile.

La donna si è classificata al terzo posto con un punteggio di 49,50. Se il concorso era valido per due assunzioni e la donna è arrivata al terzo posto, la questione avrebbe potuto considerarsi chiusa prima di iniziare con buona pace di tutti. E invece no, perché se il primo classificato è stato regolarmente assunto dopo la pubblicazione della graduatoria, la persona che aveva ottenuto il secondo punteggio più alto ha deciso di rinunciare a questa possibilità, probabilmente perché nel frattempo aveva già trovato un impiego equivalente. Ed è in questo momento che la ragazza che si era classificata al terzo posto ha creduto di avercela fatta. Approfittando della defezione della persona arrivata un gradino sopra di lei, sentiva già il posto di lavoro a cui ambiva in tasca. Poi, la doccia fredda. Il Comune di Schio, infatti, ha in qualche modo deciso di innestare la retromarcia e di non procedere alla nuova assunzione prevista. Tutti gli altri tre concorrenti sono stati esclusi.

LA DECISIONE. Dopo aver confrontato i posti disponibili per le categorie protette con quelli vacanti tra le figure professionali già assunte in municipio tramite un software che scandaglia i dati a livello regionale, infatti, a palazzo Garbin si sono resi conto che gli “slot” riservati proprio alle categorie protette erano tutti occupati e che quindi non ci sarebbe stato bisogno di un'ulteriore assunzione.

Questo, però, non basta, perché gli appartenenti alle categorie protette possono essere assunti in deroga alle norme. E allora, dov'è il problema? Se la ragazza fosse stata assunta facendo uno strappo alla regola, avrebbe bloccato la possibilità di nuove assunzioni per persone non appartenenti alle categorie protette e, quindi, il Comune ha stoppato il tutto lasciandosi le mani libere per il futuro. Chi ha ragione, quindi? L'amministrazione comunale scledense e la sua politica conservativa in vista di possibili ingressi futuri (potrebbero anche riguardare la stessa donna che al momento è stata esclusa) o la volontà della ricorrente le cui aspirazioni sono state momentaneamente stoppate di ottenere un posto di lavoro che pensa le spetti di diritto? A mettere l’ultima parola alla disputa dovrà essere il giudice tra meno di dieci giorni.

Intanto, dalle casse del municipio usciranno mille euro, che sono stati accantonati per coprire le spese necessarie ad affrontare l’appuntamento in tribunale.

Karl Zilliken

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