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Meno rifiuti da bruciare
Così arrivano da fuori

L’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta
L’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta
L’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta
L’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta

Grazie alla nuova raccolta differenziata, avviata nel 2016, Schio quasi dimezzerà nel 2017 la quantità di rifiuti bruciati nell’impianto di Ca’ Capretta, passando dalle 4 mila tonnellate del 2015 alle 2,6 dell’anno in corso. Ma il termovalorizzatore, a fronte dei notevoli investimenti fatti, deve lavorare a regime e quindi arriveranno più rifiuti da fuori. Scledensi premiati da una parte (anche con piccola riduzione della Tari) ma mazziati dall’altra, perché la prevista dismissione di una linea di incenerimento resta nell’ambito delle ipotesi, come conferma il presidente di Alto Vicentino Ambiente, Carlo Lovato, a cui abbiamo chiesto spiegazioni anche sulla nuova raccolta del secco che sta per essere avviata a S.Vito, diversa da quella di Schio.

A Ca’ Capretta quando vedremo diminuire la quantità di rifiuti bruciati?

«L’attuale Cda ha ereditato il piano industriale del 2008. Tra i vari interventi, prevedeva il rifacimento e il raddoppio della linea 1 portando la capacità totale a 90 mila tonnellate annue. È evidente che per la sostenibilità finanziaria dell’investimento si rende necessaria la saturazione dell’impianto e ciò comporta un incremento dei rifiuti trattati».

Quindi è impensabile ridurre i trattamenti?

«Come esposto ai soci nella relazione di inizio mandato, una maggiore raccolta differenziata può ridurre le quantità destinate allo smaltimento e allora si possono fare scelte diverse. Ma tocca ai soci decidere»

Intanto a Schio il microchip nel sacco dei rifiuti secchi ha fatto cilecca e non si potrà passare alle tariffe a consumo. Come mai?

« Nei mesi di giugno e luglio 2016, secondo disposizioni del Comune, Ava ha effettuato la raccolta del secco residuo indipendentemente dalle modalità di conferimento da parte degli utenti. In fase di monitoraggio, allungata fino a gennaio 2017, si sono verificati problemi di lettura dei sacchi dotati di microchip. È comprensibile che con così tanti utenti ci sia qualche difficoltà iniziale ma adesso siamo a regime, tanto che possiamo già prevedere che quest’anno le tonnellate conferite all’inceneritore saranno 2.600 contro le 4 mila del 2015».

A San Vito adesso raccoglieranno il secco con bidoni familiari, a differenza di Schio. Cosa succede?

«L’assemblea dei soci ha approvato i sistemi di raccolta a cui i Comuni si dovranno uniformare entro la fine del 2017: o il porta a porta con bidone da 120 litri come S.Vito o il contenitore zonale, salvo eccezioni specifiche».

E in merito alle aggregazioni, ci sono novità?

«L’advisor ha iniziato il suo operato in relazione all’aggregazione tra Ava e Agno Chiampo Ambiente. Nei prossimi mesi avremo le valutazioni. Per quanto riguarda il confronto con Aim e Etra, i soci dovranno tener presente la centralità di Ava nel comparto ambiente, nell’ipotesi di unione con altre società a partecipazione pubblica».

Mauro Sartori

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