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Schio

Manager del calcio
invita 300 poveri
al pranzo di Natale

Sergio Gasparin, manager di Vicenza, Sampdoria, Udinese e Catania
Sergio Gasparin, manager di Vicenza, Sampdoria, Udinese e Catania
Sergio Gasparin, manager di Vicenza, Sampdoria, Udinese e Catania
Sergio Gasparin, manager di Vicenza, Sampdoria, Udinese e Catania

 

SCHIO. Premessa: l’interessato non vorrebbe che se ne parlasse. Però la voce gira, le persone coinvolte sono molte, l’iniziativa è nella sua semplicità straordinaria, le motivazioni anche. Ecco perché facciamo uno strappo alla regola e ne diamo conto, chedendogli scusa in anticipo. Sergio Gasparin, dirigente d’azienda prima, poi arbitro, allenatore, dirigente calcistico ai massimi livelli, donerà un pranzo di Natale a 300 bisognosi del territorio, individuati dalle varie Caritas parrocchiali scledensi che ha interpellato da tempo.

«L’ho fatto nel ricordo di mia mamma che mi rammentava sempre quanto poveri eravamo».

Un tuffo sentimentale nel passato che si trasforma in un’opera di ben nell’immediato futuro.

Gasparin, ds del Vicenza dei miracoli di Guidolin, dell’Udinese, della Sampdoria sino alla tumultuosa esperienza alla corte del presidente Pulvirenti a Catania, covava l’idea da anni e quest’anno si è deciso a metterla in pratica. Ha consultato la ristorazione da Gimmy che ha messo a disposizione la mensa della De Pretto in via Manin (un ritorno involontario al passato, visto il manager magrediense lavorò proprio alla Escher Wyss dal ’71 all’85, partendo da operaio per arrivare a ricoprire la carica di vicedirettore del personale). Sui nomi degli invitati non ha voluto mettere becco, lasciando il compito alla Caritas ma con una precisazione: «Che non siano tutti stranieri, visto che qualche famiglia italiana e vicentina da aiutare c’è sicuramente».

E quelli della Caritas lo hanno assicurato, mettendolo di fronte ad un dato statistico che lo ha sbalordito: fra i loro assistiti nel territorio comunale ci sono ben 165 nuclei familiari nostrani.

Dopo Gimmy è stato coinvolto Loison dell’omonima azienda pasticcera bissarese, che fornirà i dolci natalizi a prezzo scontato.

«Il problema è mettere insieme il menu - sospira il ds. - Ci saranno mussulmani e quindi dovremo prevedere anche pietanze senza maiale. Poi mi dicono che ci sono quelli che non mangiano animali che sono stati strozzati. A questo punto alzo le mani: il menu lo faranno i ristoratori e spero vada bene a tutti, di loro mi fido. Io la mia buona volontà ce l’ho messa».

E non solo quella, aggiungiamo noi. Gasparin sarà ffiancato dalla famiglia, a tavola con gli invitati: «Ma non voglio pubblicità, non mi è mai interessata. Pensi che ai presidenti proponevo una decurtazione del mio stipendio purchè mi lasciassero fuori dalle conferenze stampa e dai confronti con i media in genere. So che c’è chi li va a cercare ma vi assicuro che non è il mio caso. Meno si parla è meglio è. E comunque, sia chiaro, non sono io a decidere gli inviti».

Un gesto con cui Gasparin omaggia la sua città, in cui vive, ha cominciato a lavorare (dopo la De Pretto fu direttore alla Lowara) e dove ha mosso i primi passi sportivi, allenando le giovanili dello Schio prima di passare a panchine senior di Bassano, Giorgione e Valdagno. Poi il salto dietro la scrivania, quale direttore sportivo del Lanerossi che vinse la Coppa Italia nel ’97 e l’anno successivo si giocò l’accesso alla finale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea di Vialli, sogno sfumato quando il traguardo era a portata di mano. Emozioni irripetibili, o forse no. Perché sedersi a tavola con una famiglia allargata così ampia, variegata e multietnica, come suggerisce uno slogan pubblicitario, “non ha prezzo”.

Mauro Sartori

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