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Mamma deceduta Indagini aperte sui maltrattamenti

La palazzina di via Damaggio dove risiedeva la vittima.  STUDIO STELLA
La palazzina di via Damaggio dove risiedeva la vittima. STUDIO STELLA
La palazzina di via Damaggio dove risiedeva la vittima.  STUDIO STELLA
La palazzina di via Damaggio dove risiedeva la vittima. STUDIO STELLA

Non si è chiuso il cerchio delle indagini sulla morte di Kader Casarotto, la mamma 42 enne deceduta in ospedale il 20 gennaio scorso dopo due giorni di agonia. I carabinieri della Compagnia di Schio agli ordini del cap. Jacopo Mattone stanno ancora seguendo la pista dei maltrattamenti per dare una risposta a lividi ed ecchimosi riscontrati sul corpo della sfortunata donna. E che in un primo momento avevano fatto scattare l’inchiesta dei magistrati e l’accusa di omicidio preterintenzionale nei confronti di M.M., convivente, per dargli modo di tutelarsi nominando un perito di parte nell’esame autoptico, atto irripetibile. L’autopsia ha stabilito che le cause della morte non possono essere ricondotte a gesti violenti, essendo le ecchimosi risalenti ad almeno un paio di settimane prima del malore fatale, che ha colpito Kader mentre si trovava a dormire in casa di un’amica, sempre a Schio. A determinare il decesso sarebbero state le patologie di cui Casarotto soffriva e il mix di alcol e droghe ingerite e riscontrate dal medico legale. Secondo quanto ricostruito dai militari, negli ultimi tempi la donna sarebbe svenuta più di qualche volta a causa del suo quadro clinico (di recente era stata sottoposta anche ad un intervento chirurgico) , riportando anche contusioni che però non corrisponderebbero ai lividi evidenziati. Rimane dunque aperta l’ipotesi che siano dovuti ad atti violenti nei suoi confronti. Di chi? Alcuni conoscenti avrebbero raccolto sue lamentele, nei giorni precedenti il malore, a giustificare le ecchimosi in volto evidenti, in cui avrebbe detto di essere stata aggredita da magrebini, non si sa in che contesto. Episodio che non avrebbe trovato diretto riscontro dagli inquirenti ma che non viene escluso. Come non viene esclusa l’ipotesi di violenze subite in ambito domestico, che potrebbero essere indagate e perseguite solo con una querela di parte finora mai presentata. Che ci siano tuttavia ancora punti oscuri sulla vicenda che ha portato alla prematura scomparsa di una mamma con due figli (risiedeva in una palazzina di via Damaggio, quartiere del S.Cuore) , viene confermato dai militari che non hanno ancora chiuso il fascicolo d’indagine. Intanto il corpo della sventurata è stato restituito ai familiari. La drammatica storia di Kader non è però conclusa. Ci sono punti interrogativi a cui dare una risposta affinché possa finalmente riposare in pace. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

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