<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Lega contro i parroci: «Fanno politica»

L’interno della chiesa di Santa Croce.  FOTO DONOVAN CISCATO
L’interno della chiesa di Santa Croce. FOTO DONOVAN CISCATO
L’interno della chiesa di Santa Croce.  FOTO DONOVAN CISCATO
L’interno della chiesa di Santa Croce. FOTO DONOVAN CISCATO

La chiesa deve fare la chiesa e non può fare politica? Oppure la chiesa può fare politica, ma non su determinati temi? Il dibattito è rovente. A innescarlo l’Unità pastorale “Schio Est” che ha incluso nel bollettino settimanale della terza d’Avvento un documento firmato dai tre parroci don Guido Bottegal, don Domenico Pegoraro e don Manuel Loreni con don Matteo Zorzanello dell’ufficio pastorale per il sociale e per il lavoro e don Enrico Pajarin che guida la Caritas vicentina. Nel testo un’aspra critica al decreto sicurezza approvato qualche settimana fa dal governo: «I migranti finiranno in strada e ci sarà più tensione», si legge tra le altre cose nel bollettino. Una presa di posizione che ha suscitato reazioni. In primis della Lega, punta sul vivo. «Quanto accaduto a Schio è triste ed inopportuno - attacca il deputato leghista Erik Pretto -. Sono molti i cattolici che vorrebbero poter assistere alle funzioni e non a comizi impropri. Il decreto sicurezza non creerà tensione ma riporterà ordine nella gestione dell'immigrazione clandestina, fino ad ora gestita senza visione strategica, con dispendio di risorse pubbliche, distribuendo alla rinfusa gruppi di immigrati non meglio identificati senza nemmeno l’ok dei sindaci. Il tutto con la collaborazione ben remunerata di molte cooperative». Il segretario della Lega di Schio e candidato sindaco, Ilenia Tisato, puntualizza: «I prelati di Schio dovrebbero fare meno propaganda politica e non divulgare errate interpretazioni del decreto per indurre preoccupazioni fra i fedeli». Ma il dibattito, che sulle prime aveva visto l’intervento di Alex Cioni del comitato Prima Noi, si allarga anche ad altre forze, che hanno visioni diverse. Il consigliere comunale di Tessiamo Schio, Carlo Cunegato, spiega: «Nelle dichiarazioni di Cioni emerge tutta l'ipocrisia della destra che si dichiara vicina al cattolicesimo per questioni di identità nazionale ma che, evidentemente, lo usa solo come motore di aggregazione di consenso e ne difende la forma, tradendone la sostanza. Chiunque abbia letto il Vangelo sa che il cristianesimo è la religione dell’amore, dell’accoglienza e della solidarietà. Non dell’esclusione e dell’odio. Quando i sacerdoti dicono queste cose, non fanno politica ma interpretano autenticamente lo spirito del Vangelo e del Cristianesimo». Giorgio De Zen, candidato sindaco di Coalizione civica concorda: «La chiesa ha tutto il diritto di esprimere la sua posizione. Un prete deve esprimere il proprio pensiero alla comunità». Leonardo Dalla Vecchia, oltre che segretario cittadino del Pd è parrocchiano dell’Unità pastorale “Schio est”: «Esprimo piena solidarietà ai sacerdoti. L'immigrazione è un grande tema ed è giusto che i prelati esprimano la loro opinione. Molti non conoscono la realtà parrocchiale: i rifugiati sono stati ospitati anche nelle canoniche, come a Poleo. Chi va in piazza a giurare sul Vangelo o a difendere i presepi come la Lega, poi si scontra con delle contraddizioni. I sacerdoti - conclude - hanno la massima libertà di esprimere le loro opinioni, e di rivolgersi alla comunità cristiana per risvegliarla». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

Suggerimenti