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La troppa burocrazia blocca i lavori al ponte

Il traffico sopra il ponte sul Leogra. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il traffico sopra il ponte sul Leogra. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il traffico sopra il ponte sul Leogra. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO
Il traffico sopra il ponte sul Leogra. FOTOSERVIZIO DONOVAN CISCATO

Storie di ordinaria follia burocratica. Così le ha definite il sindaco Valter Orsi che non sa se mettersi a ridere o a piangere per quanto sta accadendo.

I fatti sono presto riassumibili. Il Genio civile, durante un sopralluogo, segnala che il ponte sul Leogra di viale Trento Trieste, quello che congiunge Magré a Schio ed è indubbiamente fra i più trafficati, trovandosi a poche centinaia di metri dai due centri storici, ha dei problemi statici. La causa va trovata nelle numerose ondate di piena. Già dopo quella del novembre 2010 s’intervenne ma sugli argini. Questa volta i problemi sono sull’impalcato che sorregge la carreggiata. Il sindaco vieta subito il transito ai mezzi di peso superiore alle 20 tonnellate a pieno carico e avvia l’iter per i lavori, accantonando a bilancio circa 300 mila euro.

Il progetto è pronto ed a marzo viene spedito al Genio civile per le valutazioni del caso. A palazzo Garbin vorrebbero partire quanto prima con i lavori, approfittando della bella stagione ma la risposta tarda due mesi e arriva a destinazione nei giorni scorsi, con obbligo di finire il cantiere a settembre. Già questo sa di beffa, visto che l’iter è stato bloccato così a lungo. Ma è il resto del malloppo ad essere diventato indigesto al primo cittadino: «Mi impongono di fare i lavori in sopraelevata, per evitare eventuali piene del torrente. E già questo mi fa lievitare di 30 mila euro i costi del cantiere. Poi mi obbligano ad accendere una fidejussione a tutela degli eventuali danni causati all’alveo del Leogra. Infine ci chiedono di stipulare una convenzione con il servizio metereologico per essere avvisati in tempo in caso di possibili nubifragi. Messa così, forse riusciamo a partire a fine giugno ma con costi aumentati».

Orsi è amareggiato e non lo nasconde: «Siamo nel periodo delle deroghe e vediamo cosa succede però intanto ci troviamo con i bastoni fra le ruote. Abbiamo effettuato i passaggi previsti e saremmo già avanti con l’intervento. Ora ci impongono i lavori in 60 giorni ma con 30 che se ne vanno per la gara. Per i miracoli non siamo ancora attrezzati». L’ultima battuta fa capire il suo stato d’animo:«Ad essere sinceri, mi costerebbe molto meno farlo abbattere il ponte. Quando ci si mette, contro la burocrazia ogni battaglia è persa».

Mauro Sartori

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