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La scuola Marconi è già smantellata

Sedie accattastate in un’aula delle scuole elementari “Marconi” ormai chiuse.  K.Z.L’attività del Centro per l’istruzione degli adulti. K.Z.
Sedie accattastate in un’aula delle scuole elementari “Marconi” ormai chiuse. K.Z.L’attività del Centro per l’istruzione degli adulti. K.Z.
Sedie accattastate in un’aula delle scuole elementari “Marconi” ormai chiuse.  K.Z.L’attività del Centro per l’istruzione degli adulti. K.Z.
Sedie accattastate in un’aula delle scuole elementari “Marconi” ormai chiuse. K.Z.L’attività del Centro per l’istruzione degli adulti. K.Z.

Le sedie accatastate sotto una lavagna. Due cattedre unite per sopportare il peso degli scatoloni, pieni di materiale di cancelleria. La scuola elementare “Marconi”, ultimo baluardo dell'istruzione pubblica nel centro storico di Schio con i 14 alunni di una residua classe quinta, non c'è più. Se, ufficialmente, il nome resiste e l'amministrazione comunale scledense ha chiesto nei giorni scorsi la chiusura definitiva all’Ufficio scolastico territoriale di Vicenza a partire dal prossimo anno, nella sede di via Maraschin 5 chi va in cerca dei bimbi e dell’ultima maestra, trova sì un ambiente scolastico ma di tutt’altro stampo rispetto a quanto atteso. TRASLOCO. Il viavai, per la verità, è continuo: c’è un folto gruppo di ragazzi di origine africana che si sta salutando fuori dal portone d'ingresso: martedì avranno un test di lingua italiana e, lentamente, sciamano via verso le loro case. All’interno, una madre ed un ragazzo sulla ventina, di origine ispanica, stanno prendendo informazioni su un corso di lingua italiana per adulti che dovrebbe scattare in ottobre. Una giovane, invece, vorrebbe frequentare un corso di tedesco. Un fiume di spiegazioni vengono date da due addetti che, per la verità, occupano solo una minima parte del lungo corridoio d'ingresso, utilizzando un paio di banchetti della dimensione adatta ad un bimbo della scuola elementare. In un’altra stanza, il segretario è attaccato al telefono. La sede di Schio del Centro provinciale per l'istruzione degli adulti ha trovato una nuova casa proprio in via Maraschin: dopo anni in via dei Boldù nelle sale del comprensivo 3 “Il tessitore”. Il centro organizza corsi di alfabetizzazione, corsi per conseguire il diploma di terza media sia pomeridiani, sia serali e,poi, corsi di inglese, tedesco, spagnolo ed informatica. Il trasloco è evidentemente fresco e, nonostante le iscrizioni siano in pieno fermento, c'è ancora molto da lavorare per ottimizzare una sede che l'anno scorso ha registrato 1058 iscrizioni. Ed i quattordici bambini “superstiti” della Marconi, che fine hanno fatto? Sono stati smistati negli altri tre plessi del “Comprensivo 2”, di cui la scuola di via Maraschin faceva parte. DECLINO. Lontana dai fasti di quando la sede era ospitata nella mega struttura di stampo fascista di via Marconi, la scuola elementare era stata trasferita in coabitazione con il liceo Martini nei locali delle ex scuole medie. I primi scricchiolii che avevano fatto suonare campanelli d’allarme erano suonati nel 2015, quando non era stato possibile formare una prima classe. Quindi, il calo di iscritti è stato uno stillicidio; da dai 143 del 2014-15, ai 93 dell'anno successivo, fino ad arrivare ai 35 di un anno fa per concludere con i 14 che avrebbero dovuto prendere il via quest'anno, prima dello smistamento. La peculiarità di questo plesso era la sua multi-etnicità, con il 50 per cento es oltre degli iscritti che avevano origini differenti da quella italiana. Questa caratteristica, se da un lato aveva spinto molti genitori a scegliere altre scuole, dall'altro era diventata una risorsa tanto importante, con l’implementazione di programmi didattici ad hoc che aveva portato il plesso ad importanti riconoscimenti per il lavoro di integrazione svolto fino al titolo di “Scuola ambasciatore dell'Unicef”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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