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La Pedemontana riparte dal tunnel di Vallugana

Il cantiere all’ingresso del tunnel di Vallugana in uno scatto di qualche tempo fa
Il cantiere all’ingresso del tunnel di Vallugana in uno scatto di qualche tempo fa
Il cantiere all’ingresso del tunnel di Vallugana in uno scatto di qualche tempo fa
Il cantiere all’ingresso del tunnel di Vallugana in uno scatto di qualche tempo fa

La Commissione per l’impatto ambientale ha detto “sì”, il futuro della Pedemontana passerà per il tunnel di Vallugana. Certo, le limitazioni per la salvaguardia ambientale sono tante ma ora la commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente ha dato il suo verdetto. In pratica, è stata messa nero su bianco la legittimità di bypassare il tratto della galleria ancora sotto sequestro dopo l’incidente costato la vita a Sebastiano La Ganga, l’operaio schiacciato da un masso nell’aprile 2016. E quest’ipotesi è confermata dal commissario Marco Corsini. La questione bolliva in pentola da tempo e la possibilità che la galleria di soccorso di località Covolo potesse venire usata per velocizzare la costruzione del tunnel era stata ventilata diverse volte, quasi come si trattasse di piccole anticipazioni per far digerire ai residenti, da sempre contrari, l’unica strada percorribile per consegnare tutta la superstrada pedemontana veneta entro il 2020. Tra le numerose considerazioni fatte dalla commissione, quelle che hanno fatto propendere per la risposta affermativa alla variante proposta dalla Regione sono anche quelle di carattere temporale: «L’utilizzo dell’area di cantiere esistente si protrarrà solo per ulteriori 20 mesi, che sono poi il tempo di interferenza con l’ambiente prospettato e si prevede che, a conclusione dei lavori, le aree siano dismesse e ripristinate». Oltre a questo, i tecnici hanno valutato gli «interventi diretti per contenere e ridurre la pressione su ambiente, atmosfera e rumore considerato che la modifica del cantiere potrebbe avere impatti esclusivamente sull’aumento dei mezzi pesanti sia sulla viabilità di cantiere, sia su 600 metri della sp 46». Poi, la commissione ha valutato le “ottimizzazioni” ambientali, tra cui «l’attività di accumulo dei detriti e trasporto verso l’esterno potranno avvenire solo tra le 6 e le 22, mentre per il lavoro notturno ci sarà da creare un nuovo deposito temporaneo vicino all’imbocco della galleria; le barriere antirumore sono di 5 metri e ne sono state aggiunte». L’ente, quindi, ha approvato la variante disponendo un attento controllo e ricordando che, una volta chiusi i lavori «la viabilità provvisoria di cantiere dovrà essere trasformata in un percorso di mobilità pedonale e ciclabile». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Karl Zilliken

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