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«La movida in centro non si tocca»

Barbara Boscato.[FOTOGRAFO] E.CU.Lo snodo della movida in centro storico. [FOTOGRAFO]CUCOVAZGigi Dalle Carbonare. [FOTOGRAFO]E.CU.Isabella Cerisara. [FOTOGRAFO]E.CU.Ferruccio Pavan. [FOTOGRAFO]E.CU.
Barbara Boscato.[FOTOGRAFO] E.CU.Lo snodo della movida in centro storico. [FOTOGRAFO]CUCOVAZGigi Dalle Carbonare. [FOTOGRAFO]E.CU.Isabella Cerisara. [FOTOGRAFO]E.CU.Ferruccio Pavan. [FOTOGRAFO]E.CU.
Barbara Boscato.[FOTOGRAFO] E.CU.Lo snodo della movida in centro storico. [FOTOGRAFO]CUCOVAZGigi Dalle Carbonare. [FOTOGRAFO]E.CU.Isabella Cerisara. [FOTOGRAFO]E.CU.Ferruccio Pavan. [FOTOGRAFO]E.CU.
Barbara Boscato.[FOTOGRAFO] E.CU.Lo snodo della movida in centro storico. [FOTOGRAFO]CUCOVAZGigi Dalle Carbonare. [FOTOGRAFO]E.CU.Isabella Cerisara. [FOTOGRAFO]E.CU.Ferruccio Pavan. [FOTOGRAFO]E.CU.

La raccolta firme contro la “movida” riaccende il dibattito sul centro. Troppo vivo - ben oltre il limite della sopportazione - per i firmatari della petizione inviata al sindaco che denuncia rumori molesti, sporcizia e danni causati dai clienti dei bar. Troppo silenzioso - anzi, un mortorio - per i tanti che invece vorrebbero vedere ancora più musica, più viavai e socialità anche fino a tardi. Due esigenze difficili da conciliare, ma che sono come due facce di una medaglia.

Sono 150 le firme raccolte da residenti di via Castello, Petitti di Roreto e De Pinedo in calce a un documento in cui viene descritta una condizione di vita «insostenibile» a causa della concentrazione di tre locali che attirano molte persone nel fine settimana, a cui si aggiunge nel periodo estivo il chiosco in Tajara. «La tranquillità notturna ci viene negata e al mattino si trovano bicchieri e sporcizia» affermano, chiedendo rispetto delle regole ”.

Dall’altra parte i titolari dei locali che sottolineano la correttezza loro e dei clienti. «Cosa dobbiamo fare? Bisogna convivere» afferma Ferruccio Pavan, che abita in zona ma non si straccia le vesti per la “movida” vicino casa. «Non ho le finestre sopra a un bar, ma nel fine settimana i rumori li sento e ormai mi sono abituato. Chi fa festa in centro è maleducato? Qualcuno sì, altri no. Servirebbe sicuramente più senso civico da parte di qualcuno».

Anche una giovane mamma, Isabella Cerisara, racconta la sua esperienza di persona che vive vicino a un bar, anche se non in centro. «Un po’ di musica nel fine settimana si sopporta. Magari dopo una certa età è più difficile. Bisogna cercare di rispettare le esigenze di tutti». Ma altri abitanti della zona non abbandonano la posizione. Secondo loro le persone dovrebbero rimanere dentro i bar e se proprio devono uscire non dovrebbero portare fuori i bicchieri, invadere la strada o parlare ad alta voce.

C’è chi vorrebbe l’intervento dell’Arpav per misurare il livello di decibel e ragionare da quel dato. E chi vede nelle parole del sindaco Valter Orsi, che sulla questione ha dichiarato «non si può lamentarsi se il centro muore e poi far chiudere i battenti a chi lo tiene vivo», la difficoltà del primo cittadino a scontrarsi con la “lobby” di commercianti ed esercenti. La soluzione per loro sarebbe non far chiudere i locali, ma imporre limiti più restrittivi ai locali.

Il musicista Gigi “Funcis” Dalle Carbonare cita un film degli anni ‘80: “La storia infinita”. «Tanti anni fa, il centro Schio era il regno di Fantàsia: pieno e l’aria intrisa di risate e musica». Non che allora fosse tutto rose e fiori, ma c'era vita. «Poi ha cominciato ad avanzare il “Nulla”». L’unica “Torre d’Avorio” rimasta sono i pochi metri quadrati tra il Castello e piazza Garibaldi. «Pretendere che il centro di una cittadina da 40 mila abitanti la sera sia un’oasi di silenzio è assurdo quanto sbuffare per l’assenza di un negozio di intimo in cima al Novegno».

Elia Cucovaz

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