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Schio

La leucemia non lo
ferma: al liceale
lezioni su skype

La fila dei 300 giovani che si sono sottoposti al primo test
La fila dei 300 giovani che si sono sottoposti al primo test
La fila dei 300 giovani che si sono sottoposti al primo test
La fila dei 300 giovani che si sono sottoposti al primo test

SCHIO. Un secondo round della speranza per cercare un donatore di midollo osseo compatibile con il diciassettenne di Caltrano, studente del liceo Tron che da circa un anno combatte una dura battaglia contro la leucemia.

L'appuntamento solidale è fissato per stasera dalle 19 alle 22 alle piscine comunali, dove Admo eUlss allestiranno un punto di raccolta di iscrizioni e di campioni per la tipizzazione e l'inserimento negli elenchi internazionali di donatori di midollo. L'iniziativa segue di un paio di settimane quella organizzata all'oratorio salesiano scledense dove centinaia di giovani tra i 18 e i 35 anni si erano presentati per donare e offrire una possibilità a tutti gli affetti da malattie del sangue.

Ora il diciassettenne è ricoverato all'ospedale di Padova. «La malattia è altalenante – racconta il papà – e in base alle sue condizioni a volte scatta il ricovero , come adesso, altre basta il day hospital, mentre per altri periodi stiamo a casa. Nostro figlio si sta impegnando molto, come negli sport che fino non molto tempo fa praticava, rugby e ju jitsu, solo che ora sta lottando e giocandosi la partita su campo di gare diverso».

Con la forza della gioventù il ragazzo non si tira indietro di fronte alle cure, cui si sottopone con impegno e volontà. «Nessuno ha la bacchetta magica – continua il papà, sempre al suo fianco – né ci sono una medicina o una terapia precise in grado di risolvere la situazione, dato che questo tipo di malattie presenta innumerevoli sfaccettature e tipologie, ciascuna con caratteristiche differenti. Le difficoltà certo non sono poche, noi familiari viviamo in un continuo stato di tensione, come se fossimo in apnea, in attesa di poter di nuovo respirare e tornare a vivere la nostra normalità».

Nel frattempo genitori e figlio non si danno certo per vinti e in un certo modo cercano di ritagliarsi degli spazi di “normalità” nel mare del dolore e delle difficoltà quotidiane. Lo studente, iscritto in quarta liceo, continua infatti a portare avanti lo studio. Quando è a casa e le sue condizioni lo permettono, segue le lezioni in diretta via skype, mentre se è ricoverato usufruisce della scuola ospedaliera, che permette di portare avanti l'attività didattica delle materie principali. Restano saldi i rapporti con gli amici e compagni di classe, anche se coltivati in modo virtuale via smartphone, dato che la malattia lo ha immunocompromesso e quindi anche un raffreddore potrebbe costargli molto caro.

«I rapporti con la scuola restano ottimi – afferma la dirigente del liceo Tron, Giovanna Deon – cerchiamo di dare la massima disponibilità. Con Admo abbiamo attivato una collaborazione che estenderemo a breve anche all'Itis. Per i ragazzi rappresenta un percorso di sensibilizzazione civica: oltre all'aiuto verso il singolo, si tratta anche di mettersi a disposizione della comunità, rafforzando il senso di appartenenza».

Oggi alle piscine il personale sanitario effettuerà un prelievo indolore, avvalendosi di una specie di spazzolino da strofinare all'interno delle guance.

Silvia Dal Ceredo

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