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Schio

Ipsia Garbin:
i giovani narrano
la loro Europa

SCHIO. I giovani studenti dell'Ipsia Garbin raccontano la loro esperienza in Lussemburgo con l'Euromaster 2018.  Sono state settimane emozionanti per Marco Fabrello, Stefano Brunello, Pietro Rossato e Giorgia Crosara, i ragazzi delle classi 4CMa e 3As dell'isituto tecnico professionale, arrivati tra i primi classificati del workshop organizzato dal Centro Relazioni Europee di Schio. Dopo aver partecipato insieme ad altri 170 studenti del Campus delle scuola superiori ad una giornata di approfondimenti sulle istituzioni europee ed aver compilato l’Eurobarometro, uno strumento d’indagine con cui l’Unione misura quanto i giovani si sentono europei e quanto sono sensibili ai problemi ambientali, economici, sociali dell’Europa, i ragazzi si sono posizionati ai primi posti del test finale aggiudicandosi così la possibilità di poter visitare il Lussemburgo. « Con nostra grande sorpresa il presidente del Creus, Adriano De Rigo, ci ha informati della vittoria, eravamo increduli. Il 15 marzo siamo partiti per un’affascinante avventura: un viaggio notturno pieno di promesse, ci aspettavano nuove conoscenze, luoghi, incontri e soprattutto sentivamo tanta voglia di vivercela tutta quest’esperienza così singolare- raccontano i ragazzi dell'Ipsia Garbin- Dopo una breve sosta a Colmar ci siamo diretti a Petange, cittadina gemellata con Schio, dove siamo stati accolti dalle famiglie ospitanti e in un clima festoso e accogliente. Nei giorni successivi abbiamo visitato i luoghi-simbolo della città di Lussemburgo: dalla sede del Parlamento Europeo, alla Corte dei conti. Lì ci siamo resi conto di quanto l’Unione Europea fa per i giovani: offre opportunità di studio, lavoro, attività sportive, scambi culturali, volontariato, il tutto per farci sentire cittadini europei a tutti gli effetti, per allargare i nostri orizzonti e farci sentire che l’Europa non è solo un’idea, ma una comunità di persone. Anche la visita Schengen è stata davvero interessante: là nel 1985 venne firmato il famoso trattato che abolì le frontiere tra gli Stati dell’Unione per favorire la libera circolazione dei cittadini e delle merci all’interno del cosiddetto “spazio Shengen”, area che comprende ventisei paesi allargandosi anche a Islanda, Liechtestein, Norvegia e Svizzera che non fanno parte dell’Unione. La tappa a Shengen ci ha fatto sentire cosa significa “fatto storico”: un evento che segna una svolta e che lascia tracce importanti nel tempo successivo. La grande Storia talvolta ha delle conseguenze tangibili nella vita dei singoli cittadini e se oggi è un diritto spostarsi da un paese all’altro dell’Unione e prendervi dimora, per studio o per lavoro, lo dobbiamo soprattutto a questo trattato. Dopo il pranzo nel Centro Sportivo Europeo a Petange, abbiamo visitato il centro storico di Lussemburgo con i suoi monumenti, i parchi e i belvedere sulla vallata sottostante. Il 16 marzo l’amministrazione comunale di Pétange ci ha onorati con un ricevimento ufficiale seguito da cena e gioco a “Quilles”, una specie di bowling; insomma abbiamo trascorso una serata in allegria e amicizia. L’ultima sera l’associazione “Les Amis des Jumelages” che si occupa appunto dei gemellaggi in Lussemburgo, ha organizzato una cena conclusiva insieme alle famiglie ospitanti. Questa bellissima esperienza ci ha permesso di conoscere le opportunità che l’Europa offre per noi giovani: dal programma Erasmus per l’istruzione e la formazione, al servizio di volontariato, ai progetti a sostegno delle capacità creative e culturali come “Europa creativa”. Ci è stata inoltre riservata l’opportunità di visitare posti difficilmente aperti al pubblico come la sede del Parlamento europeo e della Corte dei Conti: entrando in questi luoghi ci siamo resi conto che anche al cittadino europeo che si sente “ignorato”, vengono offerti servizi tutti i giorni da parte dell’Europa. Dopo aver dato un volto concreto alle varie istituzioni e aver capito quali funzioni ricoprono, abbiamo compreso che essere cittadini europei non significa solo circolare liberamente o aver adottato la moneta unica, ma vivere attivamente in questa comunità, presentando petizioni, proposte, o più semplicemente partecipando alle elezioni del prossimo anno per il Parlamento Europeo. Il nostro è stato un viaggio nel cuore pulsante dell’Unione, ma anche una presa di coscienza del fatto che cittadini europei “si diventa”; che è grazie a iniziative come queste che l’Unione fa l’Europa. Grazie a questa fantastica esperienza abbiamo fatto una tripla scoperta: abbiamo conosciuto meglio non solo l’Europa ma anche noi stessi e altri ragazzi con i quali abbiamo condiviso momenti impegnati e altri festosi, momenti collettivi e personali in cui ci siamo confrontati in un dialogo aperto e profondo. Per questo ringraziamo la scuola, e in particolare la docente Milva Scortegagna, per averci aperto gli orizzonti e per aver creduto in noi, il Creus e tutti i membri dell’associazione per averci offerto l’opportunità di fare un’esperienza che non dimenticheremo mai e la preside, Marina Maino per aver creduto nella validità del progetto e averci permesso di vivere questa esperienza».

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