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Incendio devasta la fabbrica dell’alta moda

Le dipendenti davanti alla loro azienda dopo l’incendio che ha devastato la produzione.  FOTO STELLA
Le dipendenti davanti alla loro azienda dopo l’incendio che ha devastato la produzione. FOTO STELLA
Le dipendenti davanti alla loro azienda dopo l’incendio che ha devastato la produzione.  FOTO STELLA
Le dipendenti davanti alla loro azienda dopo l’incendio che ha devastato la produzione. FOTO STELLA

Fiamme alte qualche metro, vetrate esplose, macchinari e materiali completamente bruciati o fusi a causa del forte calore. Ben poco si è salvato ieri dal devastante incendio che ha distrutto nelle prime ore del giorno l'azienda tessile Zanebet di Torrebelvicino, una importante realtà produttiva nel territorio, presente da oltre 40 anni.

Alle 7 di ieri il titolare Edoardo Bettanin è stato svegliato dall’avviso di allarme antifurto lanciato dal suo capannone in via Verdi nella frazione di Pievebelvicino. Mai avrebbe potuto immaginare la scena drammatica con cui invece ha dovuto fare i conti una volta arrivato. Della fabbrica, che produce pantaloni di alta gamma anche per diverse griffe italiane ed estere, non restava praticamente nulla se non i muri e il tetto.

I vigili del fuoco erano già al lavoro con la schiuma per domare le fiamme. Nell’arco della mattinata sono state cinque le squadre (due di Schio, Vicenza, Thiene e Arzignano) che si sono avvicendate sul campo, prima per spegnere e poi per smassare tutto il materiale semi carbonizzato in cerca di piccoli focolai da spegnere.

«Questa è un’azienda di famiglia nata nel '72 e da qualche anno siamo giunti alla terza generazione con i miei figli – ha spiegato con orgoglio e commozione il proprietario Bettanin -. L’incendio è stato gravissimo, non c'è quasi nulla da salvare, ma non possiamo fermarci. La nostra ditta dà lavoro a una sessantina di persone, quasi tutte donne, bisogna farla ripartire al più presto, anche perchè i clienti non aspettano. Avevamo appena assunto tre nuove dipendenti ed avevamo fatto un grosso investimento di nuovi macchinari, per fortuna ce li consegneranno tra qualche settimana».

Come confermato dal titolare, da una prima stima il danno si aggirerebbe intorno al milione di euro. Le fiamme, probabilmente innescate da un corto circuito elettrico poi degenerato, hanno ridotto in cenere tutti gli uffici e il loro contenuto, compresi gli archivi con documenti, modellistica e campionario nuovo e storico, computer con tutti i dati informatici, schede elettroniche e arredi. Non è stato certo risparmiato il cuore pulsante dell'attività, ovvero la cinquantina di macchine da cucire, per il taglio e plot, bruciate o comunque danneggiate per la fusione di tutte la parti plastiche ed elettroniche, oltre alla montagna di tessuti già tagliati, rotoli di stoffe pregiate e prodotti già finiti pronti per la spedizione.

Proprio questi materiali hanno contribuito ad alimentare il rogo, creando all'interno del locale un inferno di fuoco e calore elevato, tanto che anche i macchinari che non sono stati direttamente toccati dalle fiamme si sono comunque sciolti per l'elevata temperatura. In attesa della bonifica del capannone, l'attività si appresta a rimettersi in piedi in un altro fabbricato aziendale dove intanto è stato trasferito il patrimonio salvato dall'incendio.

Silvia Dal Ceredo

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