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Zugliano

Il pirata legge
il giornale
e si costituisce

Il luogo dove sono stati investiti i due podisti. STUDIO STELLA
Il luogo dove sono stati investiti i due podisti. STUDIO STELLA
Il luogo dove sono stati investiti i due podisti. STUDIO STELLA
Il luogo dove sono stati investiti i due podisti. STUDIO STELLA

Si sentiva braccato dalla polizia stradale di Schio e temeva di essere arrestato. Perciò nella tarda mattinata di ieri un uomo di Lastebasse si è presentato in caserma dei carabinieri a Valdastico e al maresciallo Granello ha confidato: «Ho letto sul giornale di Vicenza che stanno cercando il proprietario di un furgone Ducato che ha ferito due podisti. Io sono passato da Centrale di Zugliano mercoledì sera e quando sono arrivato a casa mi sono accorto che mancava uno specchietto laterale. Non ho ferito nessuno, ma sono qui».

Tanto è bastato per far scattare l’ultima fase dell’indagine con l’interrogatorio di S.V., 50 anni, assistito dall’avvocato Pierpaolo Simonetto, nel corso del quale non c’è stata una confessione, anzi, ma sufficiente per far ritenere agli agenti del sostituto commissario Franco Bertagnoli che il caso è risolto. Del resto, gli indizi raccolti, a cominciare dal tipo di furgone Ducato, lo specchietto laterale ritrovato sul luogo dov’è stato ferito gravemente Antony Bonato, 44 anni, di Zugliano, il quale ha subito la perforazione di un polmone da una costola spezzata dal veicolo, e in maniera più lieve l’amico Claudio Zuccolo, 38 anni, di Thiene, e altri elementi al vaglio della magistratura, fanno ritenere che tutto collima. Perciò, alla luce del comportamento dell’uomo, un disoccupato che guidava il furgone intestato alla compagna, il magistrato nella serata di ieri ha ritenuto che la denuncia a piede libero per omissione di soccorso e lesioni gravi sia adeguata. Non ci sono gli estremi, a suo avviso, per trattenere agli arresti domiciliari l’autista che avrebbe rischiato di uccidere Bonato e che anziché prestargli soccorso ha preferito svignarsela.

L’epilogo dell’inchiesta era atteso perché il lavoro investigativo in sinergia degli agenti della polstrada di Schio e quello dei carabinieri del capitano Vincenzo Gardin aveva consentito loro di individuare alcuni furgoni Ducato di colore bianco immatricolati nel distretto Schio-Thiene, e li stavano verificando a uno a uno. In mattinata la polizia ha eseguito un primo controllo che però è stato negativo. Nel tratto di via Brenta a Zugliano dov’è avvenuto l’investimento non sono collocate telecamere pubbliche, ma estrapolando alcuni fotogrammi dalle videocamere di alcune abitazioni è stato possibile ricavare elementi interessanti. I poliziotti di Schio hanno chiesto anche la collaborazione dei carabinieri di Thiene e della polizia locale “Nevi” per uno sforzo che ha impegnato numerosi uomini nel visionare tutte le telecamere pubbliche della zona per vedere se era passato di lì il furgone. Quando finalmente è stato individuato è scattata l’ultima fase, restringendo il cerchio fino a Lastebasse, ma nel frattempo S.V. aveva pensato bene di andare in caserma. «Ho montato due specchietti che ho comprato a Bassano», ha riferito agli inquirenti. «Poi quando ho letto il Giornale di Vicenza sono venuto da voi».

Ivano Tolettini Paolo Terragin

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