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Schio

Il palpeggiatore
malato di mente
colpisce ancora

Il luogo dell’ultima aggressione del palpeggiatore. STUDIO STELLA
Il luogo dell’ultima aggressione del palpeggiatore. STUDIO STELLA
Il luogo dell’ultima aggressione del palpeggiatore. STUDIO STELLA
Il luogo dell’ultima aggressione del palpeggiatore. STUDIO STELLA

«Prima ha rincorso la mia ragazza e le ha “sparato” la mano nel didietro. Il giorno dopo ci ha riprovato e quando lei si è barricata in ufficio, lui è partito con le minacce: “Torno e ti taglio la gola”». A raccontarlo è il compagno di una donna che lavora in zona Campo Romano, finita nel mirino di un giovane nomade affetto da disagio psichico, ben noto per la sua propensione a importunare le ragazze che incontra durante il suo girovagare per la zona industriale. Ieri mattina la polizia locale Alto Vicentino su impulso del sindaco Valter Orsi l’ha convinto a farsi ricoverare in psichiatria all’ospedale di Santorso, ma per lui da qualche mese è allo studio anche un progetto di inserimento in comunità.

Quello capitato l’altro giorno è solo l’ultimo di una serie innumerevoli di casi che hanno per protagonista sempre la stessa persona. Palpeggiamenti e approcci indesiderati, ma anche “giochi” pericolosi in strada. Il nomade in questione, poco più che ventenne, risulta residente a Santorso e data la sua situazione è seguito dai servizi sociali e come suo tutore era stato nominato l’ex sindaco Pietro Menegozzo. Di fatto, comunque, vive senza fissa dimora con la sua famiglia che si sposta tra Schio, Marano e Santorso. È proprio nella sua roulotte, accampata in località Casa Celeste, che ieri mattina è andata a cercarlo la una pattuglia del consorzio di polizia locale Alto Vicentino.

Gli agenti, inviati su richiesta del sindaco Orsi in seguito alla segnalazione degli ultimi episodi accaduti a Schio, hanno parlato con il ragazzo, spiegandogli che date le circostanze era meglio per lui presentarsi autonomamente al centro di salute mentale dell’Ulss 4 per un consulto. È stato quindi accompagnato lì dal padre, dove i sanitari lo hanno sottoposto ad un primo esame valutando come opportuno il ricovero in psichiatria. Comprendendo la situazione, il ragazzo ha accettato di sottoporsi alle cure mediche. Sempre con il padre, quindi, si è recato all’ospedale di Santorso, dove si trova tuttora. Una scelta che ha evitato il ricorso al trattamento sanitario obbligatorio. «Le segnalazioni nei confronti di quella persona ricevute in questi ultimi giorni hanno reso necessario un intervento - ha spiegato Orsi - Ricordo a tutti i cittadini, in ogni caso, l’importanza di sporgere denuncia in queste circostanze, e non limitarsi a “informare chi di dovere” o sfogarsi sui social network . Ho accompagnato io stesso l’ultima vittima a farlo». Il sindaco sottolinea infatti che in un caso come questo, la presenza di atti ufficiali permette di portare alla luce il fenomeno nella sua continuità e quindi di affrontarlo adeguatamente. Negli ultimi mesi i servizi sociali orsiani stanno lavorando per inserirlo in una comunità terapeutica.

Elia Cucovaz

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