<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il mistero del tesoro nascosto in un muro

Il sindaco Valter Orsi con le volontarie di “Daisy” e il tesoro trovato murato nella nicchiaIl vicesindaco Roberto Polga mostra i reliquiari scoperti
Il sindaco Valter Orsi con le volontarie di “Daisy” e il tesoro trovato murato nella nicchiaIl vicesindaco Roberto Polga mostra i reliquiari scoperti
Il sindaco Valter Orsi con le volontarie di “Daisy” e il tesoro trovato murato nella nicchiaIl vicesindaco Roberto Polga mostra i reliquiari scoperti
Il sindaco Valter Orsi con le volontarie di “Daisy” e il tesoro trovato murato nella nicchiaIl vicesindaco Roberto Polga mostra i reliquiari scoperti

Nell’uovo di Pasqua Schio ha ritrovato tredici suoi tesori nascosti probabilmente dai religiosi in un muro dei chiostri di San Francesco per sottrarli a possibili predatori bellici.

Una scoperta sensazionale, avvenuta nel pomeriggio del sabato santo, giornata di pulizie nelle case. Da poco i chiostri sono la casa dell’associazione Daisy, sfrattata da un precedente alloggio privato poi affittato a profughi. È composta da donne che si dedicano a lavori creativi e manuali. L’amministrazione comunale ha assegnato loro dei locali nei quattrocenteschi chiostri, liberati dall’Ipab La Casa dopo che per anni avevano ospitato anziani. Aprendo una nicchia nella parete di legno ecco saltar fuori 12 reliquiari, nascosti dentro la parete. E in una seconda nicchia una statua di Sant’Antonio realizzata nel 1911 dallo scultore scledense Guido Cremasco. Quest’ultima non solo è datata ma è avvolta in una copertura che parrebbe risalire ad una quarantina d’anni fa, non di più. Il resto invece potrebbe essere stato nascosto per sottrarlo ai nefasti esiti di una delle due guerre. Sono tutte ipotesi che potrebbero trovare soluzione già oggi ma sino a ieri nessuno ne sapeva nulla: nè la parrocchia di San Pietro, nè i vertici dell’istituto assistenziale La Casa nè tantomeno gli amministratori comunali.

Chiamati subito sul posto, sono accorsi il sindaco Valter Orsi e il vicesindaco Roberto Polga, con delega alla cultura. E il loro stupore è stato massimo: «Abbiamo immediatamente tentato di capirci qualcosa - ammette il sindaco - ma era sabato santo e comunque dalla canonica, don Mariano ci ha riferito di non essere a conoscenza di simili tesori. Un reliquiario porta il nome di Sant’Aurelia e dentro, oltre ad un pezzo di stoffa, ci sono frammenti ossei e denti». Sant’Aurelia vergine, i cui resti sono ad Anagni, non si sa come sia capitata a Schio. Il muro tuttavia è quello divisorio rispetto alla chiesa di San Francesco, del ’400. Negli altri ostensori ci sono altri frammenti ossei e pezzi di stoffa ma nessun evidente richiamo ad un santo.

«Ho telefonato in diocesi per avvertirli - conclude Orsi - e mi è stato detto, ma è da verificare, di non escludere la presenza di reliquie del santo di Assisi, che da queste parti passò. Forse oggi mi sapranno dire qualcosa di più certo».

I reliquiari (in legno inciso ma con parti d’oro o dorate) e la statua sono stati presi in custodia dalla polizia locale, che farà buona guardia in attesa che si venga a capo del mistero pasquale. Non molto tempo fa venne dato alle stampe un volume sugli archivi di San Francesco ma pure in quello non v’è traccia di questi oggetti e della pregiata scultura del santo padovano.

E una vicenda simile accadde in duomo, dove in passato saltarono fuori beni nascosti. La storia magari si ripete e domani, quasi sicuramente, sapremo essere più chiari sulla scoperta che rimane straordinaria e che potrebbe riservarci altre sorprese.

Mauro Sartori

Suggerimenti