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«Il ministero ritiri la medaglia a Teppa»

La messa in suffragio delle vittime dell’Eccidio celebrata lo scorso anno in duomo
La messa in suffragio delle vittime dell’Eccidio celebrata lo scorso anno in duomo
La messa in suffragio delle vittime dell’Eccidio celebrata lo scorso anno in duomo
La messa in suffragio delle vittime dell’Eccidio celebrata lo scorso anno in duomo

Una delibera di giunta per chiedere al Ministero della Difesa di ritirare la medaglia “della Resistenza” consegnata a Valentino Bortoloso in prefettura una decina di giorni fa. E il Patto di Concordia civica stipulato nel 2005 fra associazioni partigiane, comitato familiari delle vittime dell’Eccidio e Amministrazione comunale va avanti.

Confermata dunque la messa in duomo di giovedì 7 luglio in suffragio delle 54 vittime della strage del 7 luglio 1945 nelle ex carceri mandamentali. Ma la medaglia a “Teppa”, uno dei quattro componenti del commando che fece fuoco in via Baratto, continua a far discutere e a dividere la città. Con una curiosità: ieri è sorto un movimento provocatorio denominato “Je suis Teppà” che sui social raccoglie chi si schiera fianco del novantatreenne partigiano, unico superstite degli esecutori.

L’INCONTRO. Si è tenuto sabato, senza tanti clamori, il vertice fra sindaco, comitato e Anpi per verificare se, a fronte di quanto accaduto in prefettura e delle successive ripercussioni, valesse la pena di andare avanti con il Patto di Concordia. E la risposta è stata unanime: si va avanti per la strada della riappacificazione. Per arrivare a ciò sono state però chieste garanzie sulla posizione comunale in merito al conferimento. Valter Orsi ha ribadito di essere rimasto all’oscuro di tutto fino all’ultimo e che il parere auspicato dal Ministero sui nomi non gli era stato chiesto. Ora che lo può fare, richiederà il ritiro della medaglia.

L’ANPI. I due rappresentanti dell’Anpi presenti all’incontro, il presidente mandamentale Antonio Angelina e l’ex presidente provinciale Mario Faggion, hanno ribadito di essersi comportati correttamente, seguendo quanto richiesto da Roma, fornendo i nomi degli iscritti che abbiano combattuto la lotta per la Liberazione o siano stati deportati. Fra i circa 30 nomi forniti all’epoca c’era quello di “Teppa”: «È un nostro iscritto, ha partecipato attivamente alla Resistenza di cui è stato uno dei protagonisti fino al 29 aprile.

I medagliati scledensi dal prefetto, alla fine sono stati quattro.

I FAMILIARI. Il comitato dei parenti, ben rappresentato, è uscito soddisfatto dal vertice, in particolare per la posizione del sindaco, risoluto nel volere il ritiro del riconoscimento, riconfermando la volontà di trovarsi assieme alla messa del 7 luglio. Sindaco che ieri sera è stato attaccato in aula consiliare dal Pd, che ha chiesto chiarezza sulla presenza di un assessore con fascia tricolore alla cerimonia.

LA PROVOCAZIONE. Intanto, fra molte voci contrarie alla medaglia, c’è chi prende posizione pro Bortoloso, lanciando sui social la campagna “Je suis Teppà”, sull’onda di quelle nate in Francia dopo gli attentati terroristici alla redazione di Charlie Hebdo. Ad accompagnare la provocazione una foto d’epoca di “Teppa” con in braccio un Bren, mitragliatrice di origine britannica diffusa fra i partigiani che combattevano sulle colline della Val Leogra.

SICUREZZA. C’è stato nel frattempo un vertice sulla sicurezza sia per garantire il regolare svolgimento della messa del 7 luglio e di altri eventuali momenti commemorativi, sia nell’eventualità che la domenica successiva, il 10 luglio, ci sia l’ormai solito scontro di manifestazioni in centro, fra chi vuole ricordare le vittime dell’Eccidio e chi invece vuole commemorare i fratelli Bogotto, partigiani trucidati durante la Resistenza, uno dei quali fu sepolto nell’attuale parcheggio retrostante la biblioteca civica, nello stesso complesso dove qualche mese dopo “Teppa” e altri tre partigiani fecero fuoco sui carcerati. Per ora non ci sono segnalazionima i promotori si muovo solitamente all’ultimo momento.

Mauro Sartori

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