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Schio

Il comitato
antifascista dice

Corteo antifascista nella ricorrenza dell'eccidio
Corteo antifascista nella ricorrenza dell'eccidio
Corteo antifascista nella ricorrenza dell'eccidio
Corteo antifascista nella ricorrenza dell'eccidio

«Basta con le provocazioni». È l'appello lanciato dal comitato Schio Antifascista in vista delle cerimonie per la ricorrenza dell'Eccidio di Schio del 7 luglio. «Anche quest’anno – comunicano gli attivisti - come succede da un po’ di tempo a questa parte, ci ritroviamo ad affrontare la questione dell’eccidio: una ricorrenza che nelle ultime edizioni ha visto sfilare per le vie della nostra città numerosi neofascisti e nazisti. A differenza del passato però negli ultimi mesi l’Alto Vicentino ha voluto esprimere più volte nelle piazze e nelle strade del nostro territorio, un rifiuto completo a quelle forme di fascismo che ogni giorno sempre più costantemente cercano di crearsi agibilità politica. Esempio ne sono la grande manifestazione del 29 aprile organizzata per festeggiare il 73° anniversario della Liberazione o le passeggiate antifasciste di quest’inverno. Mai come quest’anno crediamo sia fondamentale evitare di cadere nelle classiche discussioni sulla legittimità o meno del ricordo di quei morti. Mai come quest’anno crediamo sia necessario delineare un unico e chiaro messaggio: Schio rifiuta i fascisti e nessuno spazio deve essere dato a questi tristi quanto inutili personaggi. Negli scorsi appuntamenti abbiamo dovuto assistere a saluti romani e alle parate in formazione militare di classico stampo fascista che le organizzazioni dell’estrema destra del vicentino e di tutto il Veneto concordano per quella giornata. L’eccidio e la sua “celebrazione” da troppo tempo non sono più un argomento che riguarda pochi familiari ma sono diventati la passerella dei neofascisti nostrani che una volta all’anno riescono a sfilare per far capire che ancora, forse, esistono. Sfruttano quell’occasione non tanto per ricordare delle persone ma per prendere spazio sul territorio. È essenziale quest’anno assicurarsi che la nostra città, profondamente solidale, antifascista, antirazzista e antisessista, non sia offesa per l’ennesima volta dalla presenza di alcuni nostalgici, per la maggior parte provenienti da fuori provincia».  

Silvia Dal Ceredo

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