Calo della vista: alle scuole medie il problema riguarda un alunno su tre e lo scopre uno screening proposto dai Lions nell’ambito di un progetto di prevenzione sanitaria e sociale. E il 29% degli adolescenti visitati non è mai stato da un oculista.
Miopie e deficit visivi che comportano l'uso di lenti per compensare la difficoltà di leggere quanto scritto dai docenti sulla lavagna in classe: sono questi alcuni dei risultati emersi durante il progetto di screening visivo promosso dal Lions Club di Schio nei tre istituti comprensivi della città.
IL PROGETTO. Dal 6 al 10 febbraio e dal 13 al 16 marzo, il Club scledense, in collaborazione con l'Ulss7 Pedemontana ed il supporto dell’Ottica Stefani di Schio e dalla PFM Packaging Machinery S.p.A. di Torrebelvicino, ha effettuato un servizio di screening della vista a bordo dell’unità mobile oftalmica della Cooperativa Irifor di Trento. Il progetto è stato proposto gratuitamente a 465 famiglie di alunni frequentanti la classe prima media dei tre istituti comprensivi di Schio e della sezione staccata di San Vito di Leguzzano e vi hanno aderito 387 famiglie.
«Il Lions Club Schio, da sempre impegnato in attività di service, ha voluto fare prevenzione sui problemi degli occhi. Questo servizio- spiega Luciano de Zen presidente del Club di Schio- è stato proposto, in collaborazione con le scuole, per educare le famiglie alla diagnosi precoce di deficit o alterazioni, spesso presenti anche in forma latente, che, se non trattati tempestivamente e adeguatamente, difficilmente sono recuperabili in età adulta. Ogni visita si è svolta con l’esame dell’acuità visiva per vicino e per lontano, cover test per lontano e per vicino, valutazione della motilità oculare e stereopsi con Lang Test».
I DATI. «Le adesioni allo screening- prosegue Luciano De Zen- sono state: 79% degli alunni delle Battistella di Magré e San Vito di Leguzzano, 85% alle Maraschin, 86% alla media Fusinato pari a 387 alunni su un totale di 465 alunni. Fra i dati più interessanti è emerso che la percentuale di alunni che non avevano mai fatto un esame oculistico è stata pari al 29%; quella di alunni giudicati nei limiti di norma è stata pari al 66%, mentre al 34% dei ragazzi sono stati consigliati non solo una visita ulteriore di approfondimento: 2,0% il controllo oculistico periodico; 0,5% esame del fundus oculi e 1,5% controllo ortottico, ma anche accertamenti per deficit di convergenza, 4.7 % , ortoforia 2,0%, exoforia 2.5%, controllo lenti in uso 6.1% , ipermetropia 7,0%, miopia non lieve 4,0% , astigmatismo 4,0% , daltonismo 0,2%, esotropia 0.2% e 1,0% sia per cicloplegia che per astenopia».
LA PREVENZIONE: «La condizione diagnostica riscontrata con maggiore frequenza è stata la miopia lieve- conclude De Zen- In alcuni casi la famiglia non era a conoscenza delle problematiche del figlio, essendo stata la prima visita oculistica cui veniva sottoposto. Ai genitori, infatti, è arrivato, in busta chiusa e tramite scuola, il referto stilato dai professionisti sanitari. Tutto questo porta a sottolineare l'importanza dello screening della vista nei minori, perché tra i cinque sensi la vista è quello che fornisce più informazioni al cervello, pari all'80%».
L’ESPERTO. «Prendersi cura della vista sin da piccoli significa poter preservare un aspetto fondamentale della qualità della vita- spiega l'oculista Federico Dalle Vedove- La prevenzione è fondamentale in età pediatrica: i primi controlli andrebbero effettuati entro l'anno di età nel cosiddetto periodo "plastico" in cui è possibile intervenire per correggere problemi che altrimenti, se scoperti più tardi, possono durare sino all'età adulta. E' stato dimostrato da alcune ricerche che nei più giovani i problemi alla vista non sono legati all'uso smodato di cellulari e tablet, ma possono emergere dall'affaticamento visivo. Lo screening inoltre resta il miglior modo per far emergere patologie come astigmatismo e ipermetropie».