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Ha sconfitto due tumori «Il veglione con chi è solo»

Antonella Berto, 51 anni, alla prima uscita dopo gli interventi.  K.Z.
Antonella Berto, 51 anni, alla prima uscita dopo gli interventi. K.Z.
Antonella Berto, 51 anni, alla prima uscita dopo gli interventi.  K.Z.
Antonella Berto, 51 anni, alla prima uscita dopo gli interventi. K.Z.

Karl Zilliken «Quando hai il cancro, l'80 per cento dei tuoi amici si dilegua e io non voglio che altri restino soli». Antonella Berto ha deciso: l'ultimo giorno dell'anno vuole passarlo con chi è meno fortunato. La donna scledense di 51 anni, circa un anno fa dopo una mammografia di routine, ha scoperto di essere affetta da due tumori al seno. LA PROPOSTA. Qualche giorno fa, ha lanciato un appello sui social: «Ho passato il mio ultimo anno in vari ospedali. Ho combattuto per due tumori al seno, adesso sto bene e vorrei donare il mio 31 dicembre per fare del volontariato per qualche casa di riposo o altra struttura per persone disabili». Dopo aver ricevuto tre “no” da alcune strutture del territorio per gli anziani, lei non ha perso le speranze ed è andata avanti nella sua ricerca, trovando finalmente spazio a Santorso, dove passerà l’ultimo dell’anno con gli ospiti della comunità alloggio Casa gialla dell’oasi Rossi. «La mia idea era quella di festeggiare l'ultimo dell'anno come si farebbe in famiglia, ma con un gruppo di anziani o di portatori di disabilità – spiega Berto-. Perché loro? Perché sono sempre stati capaci di darmi tanto, riescono sempre a trasmettermi grandi emozioni con i loro racconti e le storie delle loro vite e voglio ricambiare questi loro doni, anche se posso farlo solo in minima parte. Non ho grandi capacità, ma sono perfettamente in grado di servire a tavola, sbattere una tovaglia ma anche semplicemente fare compagnia alle persone, fare una battuta e non farli sentire soli». Antonella non avrebbe potuto spostarsi eccessivamente da Schio, perché si sarebbe mossa da sola e la sua macchina datata non le avrebbe dato eccessive garanzie. Tuttavia, tramite alcuni suggerimenti da amici ha cercato di mettersi in contatto con alcune case di cura del territorio che, però, le hanno chiuso le porte in faccia: «Mi hanno detto che, nonostante sia l'ultimo dell'anno, gli ospiti vanno a letto presto e non c'è modo di festeggiare. Capisco, ma mi dispiace». Come detto, però, Berto non si è persa d’animo, riuscendo a coronare il suo sogno. LA STORIA. La donna, poi, racconta la sua storia: «Quando mi hanno diagnosticato i tumori, avevo appena trovato un lavoro come magazziniera. Spostavo materiale molto pesante. A causa delle cure, ho dovuto abbandonare il mio impiego e mi sono ritrovata sola e disoccupata. Non è stato decisamente un bel momento. Dopo l'operazione di asportazione del seno, mi sono sentita libera anche se, come succede a molte donne, lo choc è arrivato dopo. Per fortuna, ho potuto contare sull’appoggio de uno psicologo che continua a starmi al fianco, per superare i momenti di debolezza. Speravo poi di non dover affrontare la chemioterapia ed invece è toccata anche a me. Quando me l'hanno detto, ho sfasciato mezza casa per la rabbia. Mi ha indebolito molto e ne porto ancora le conseguenze. Ora sto bene, mi sto riprendendo e la mia vita è cambiata. Cerco di godermi il presente e sono diventata intollerante ai finti problemi che in molti credono di avere. Vado all'essenza delle cose». L’APPELLO. Antonella, che sottolinea «quanto è importante sottoporsi agli screening di routine, che può salvare la vita», suggerisce anche al servizio sanitario nazionale di «aggiungere alle mammografie anche le ecografie. In questo momento, l’esame più approfondito viene fatto esclusivamente se dalla mammografia i medici vedono che c'è qualcosa che non va e questo potrebbe far perdere tempo prezioso per combattere il tumore». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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