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Gli avanzi di cibo
in 10 mila vaschette
Ai ristoranti piace

Laura ed Eva con le “doggy bag” prodotte da AVA. K.Z.
Laura ed Eva con le “doggy bag” prodotte da AVA. K.Z.
Laura ed Eva con le “doggy bag” prodotte da AVA. K.Z.
Laura ed Eva con le “doggy bag” prodotte da AVA. K.Z.

La cena al ristorante è ottima, ma la porzione è abbondante e proprio non si riesce a terminare il piatto. La soluzione? La “doggy bag”, ovvero una vaschetta in cui il ristoratore inserisce quanto avanzato e che si può comodamente portare a casa. Una soluzione che sembra piacere a tutti e che Ava, Alto vicentino ambiente, sta cercando di supportare con una campagna ad hoc che rifornisce gratuitamente i locali che ne fanno richiesta con una scorta di contenitori personalizzati da utilizzare, appunto, per raccogliere gli avanzi. In questi giorni è al via la seconda edizione del progetto. Passeggiando per il centro storico scledense, abbiamo fatto un giro tra alcuni locali nel frenetico orario della pausa pranzo, per capire quanto sia diffusa la pratica di portare a casa il cibo avanzato e, allo stesso tempo, quanto abbia attecchito la campagna Ava che ha coinvolto circa 100 ristoratori nei 31 comuni serviti dall'azienda.

CENTRO. Da un primo bilancio, sui sei ristornati incontrati durante la “passeggiata” in centro, al netto di uno che non ha risposto, sono in quattro ad utilizzare da anni questa pratica, che ha preso piede arrivando dagli Stati Uniti dove, si sa, le porzioni sono abbondanti per antonomasia. Laura del ristorante “La Roza” di via Portego Sareo, quando si accenna alla campagna Ava sorride ed indica l'adesivo dedicato appiccicato alla porta d'ingresso: «Quando è partita la prima campagna, abbiamo fatto richiesta ed attraverso Ava ci hanno mandato 100 contenitori, che ora sono quasi finiti. È una campagna molto carina e vedo che i clienti la apprezzano e sono anche molto curiosi. O chiedono loro di poter portare a casa o, altrimenti, siamo noi a proporlo. E quando vedono la confezione personalizzata con lo slogan “Così buono da portarlo a casa”, sono ancora più incuriositi. Credo faremo richiesta anche per la nuova campagna». Una promozione a pieni voti per la doggy bag di Ava che, però, non trova altri riscontri. Non perché l'iniziativa non sia stata apprezzata, ma perché non è arrivata alle orecchie di molti ristori. È il caso di Vanna Zavagnin de “Il Leoncino” di via Garibaldi: «Noi siamo organizzati per la doggy bag, perché i nostri clienti la usano ma quest'iniziativa ci farebbe molto comodo e credo che aderiremo a questa nuova edizione». Anche Il ristorante-pizzeria “Dolce Vita”, sempre in via Garibaldi ed il Lanacotta di via Btg. Val Leogra sono attrezzati per la doggy bag, ma non hanno aderito alla campagna “Ava”, mentre dalla storica pizzeria “Marechiaro” di viale Trento e Trieste spiegano: «Noi non utilizziamo questo tipo di pratica. Per le pizze, eventualmente avremmo i cartoni».

AVA. «Lo scorso anno abbiamo coinvolto un centinaio di ristoratori del nostro bacino a cui abbiamo dato il nostro kit antispreco – spiega Carlo Lovato, Presidente di Ava - è stato un successo sia per il numero elevato di adesioni, che per la quantità di cibo non sprecato. Abbiamo realizzato 10 mila doggy bag e abbiamo calcolato che circa due tonnellate di cibo potrebbero essere state salvate dai rifiuti». Ed è sulla base di questi dati che Ava ha deciso di riproporre la campagna e fornire ai ristoratori che ne faranno richiesta il kit composto dalle vaschette biodegradabili e compostabili che poi, una volta usate, potranno essere conferite nel rifiuto e da una vetrofania, per rendere ben visibile ai clienti la possibilità di richiedere questo servizio. Per aderire al progetto è necessario inviare una mail all’indirizzo comunicazione@altovicentinoambiente.it entro il 26 novembre.

Karl Zilliken

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