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Folle fuga dopo aver svuotato i garage

La refurtiva ritrovata nell’auto rubata dai carabinieri del radiomobile di SchioL’auto rubata e usata per i furtiHamdi Bouyahi, 33 anni
La refurtiva ritrovata nell’auto rubata dai carabinieri del radiomobile di SchioL’auto rubata e usata per i furtiHamdi Bouyahi, 33 anni
La refurtiva ritrovata nell’auto rubata dai carabinieri del radiomobile di SchioL’auto rubata e usata per i furtiHamdi Bouyahi, 33 anni
La refurtiva ritrovata nell’auto rubata dai carabinieri del radiomobile di SchioL’auto rubata e usata per i furtiHamdi Bouyahi, 33 anni

Nottata di fine settimana movimentata in centro, con inseguimento in auto e a piedi, coronato da successo per le forze dell’ordine che, dietro al distributore di benzina di via Rovereto, hanno bloccato Hamdi Bouyahi, 33 anni, residente a Schio ma di fatto senza fissa dimora.

Per il tunisino, personaggio conosciuto, scatta la denuncia a piede libero per furto e ricettazione. Ma la rocambolesca nottata da pellicola d’azione, con tanto di acrobatici scavalcamenti di muri e recinzioni, merita di essere ricostruita.

LA SEGNALAZIONE. Tutto parte dalla segnalazione del furto di un’auto, avvenuta in via Bembo, da dove è sparita un’Alfa 159 parcheggiata. Una pattuglia del radiomobile la intercetta in via Rovereto, a poche decine di metri dalla Fabbrica Alta. I carabinieri intimano l’alt al guidatore che si ferma sì, molla il veicolo in strada e fugge a piedi. Comincia l’inseguimento e ai militari sembra di essere su u set cinematografico perché il tunisino s’intrufola fra le palazzine della zona, scavalca cancelli con insospettata agilità, rischia di far perdere le sue tracce ma i carabinieri gli sono alle calcagna e lo agguantano dopo diversi minuti e un paio di chilometri di fuga a zig zag fra case e vie, nelle vicinanze del distributore sulla provinciale 46.

LA REFURTIVA. Bouyahi non si era limitato a rubare l’auto in sosta. Dentro il veicolo ci sono una sega circolare, due avvitatori elettrici, seghetto alternativo, due piallatrici elettriche per legno, un trapano, una sega elettrica, una sega flessibile a scoppio da edilizia, una graffettatrice elettrica ed una ad aria compressa, un frullatore da cucina, quattro trolley contenenti indumenti e scarpe di vario genere, un passeggino ripiegabile, una bicicletta freestyle: tutta roba appena trafugata da due garage in via Tito Livio, quartiere di Ss. Trinità, a ridosso della cittadella degli studi. La refurtiva è stata riconsegnata ai proprietari nel corso della giornata, dopo le opportune verifiche.

I PRECEDENTI. Il tunisino è, come anticipato, noto alle cronache. Nel novembre 2013 fu arrestato per aver aggredito, legato e portato in un capannone un cittadino rumeno, poi depredato dei contanti che aveva in portafoglio, ovvero 450 euro. I due si erano conosciuti prima in un bar. Secondo la testimonianza della vittima, il magrebino lo avrebbe condotto in un capannone abbandonato nell’area di Torrebelvicino, lo avrebbe legato e, sotto minaccia di un coltello, lo avrebbe rapinato di soldi e cellulare.

A ostacolare le indagini fu la descrizione del luogo, che si rivelò essere invece la Fabbrica Alta di via Pasubio. Lì vicino arrestarono il tunisino, che negò ogni addebito, per sequestro di persona, rapina e porto abusivo di armi.

Un paio d’anni dopo il tunisino è stato denunciato, sempre a piede libero, a seguito del furto di 19 apparecchi tv Philips rubati dalle stanze dell’hotel Eden, chiuso. Furono ritrovati dai carabinieri nell’abitazione che l’uomo condivideva con un marocchino in zona Sacro Cuore, con annessi decoder e telecomandi. La coppia fu denunciata solo per ricettazione, non essendovi prova della loro partecipazione diretta al furto nell’hotel di viale dell’Industria.

Mauro Sartori

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