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Energia dall’acqua
Nuove centrali
con 700 mila euro

Unione montana al lavoro per realizzare due centrali idriche. ARCHIVIO
Unione montana al lavoro per realizzare due centrali idriche. ARCHIVIO
Unione montana al lavoro per realizzare due centrali idriche. ARCHIVIO
Unione montana al lavoro per realizzare due centrali idriche. ARCHIVIO

Con le energie alternative si finanziano gli interventi sul territorio e allo stesso tempo si valorizza il ricco patrimonio ambientale, negli ultimi decenni spesso trascurato.

È questa la filosofia di fondo che soggiace ad alcune idee sbocciate sul tavolo dell’Unione Montana Pasubio Alto Vicentino e che potrebbero già trovare in parte concretizzazione a partire dall’anno prossimo. Ma procediamo per gradi. L’ente ha deciso di puntare sull’energia ricavabile dall’acqua: un classico in Val Leogra fin dal '600 quando le prime centrali permisero l’alba dell’industria. Ora l’Unione vuole tornare un po’ a quelle origini, a forme di produzione energetica che se da un lato sono più sostenibili per l’ambiente, dall’altro consento agli enti di incamerare risorse economiche.

L’obiettivo è di realizzare due nuove centrali idriche per la produzione di elettricità. Però non con pescaggio da torrenti «ma direttamente dalla rete esistente dell’acquedotto - spiega il presidente Valter Orsi - quindi a impatto ambientale zero». Inoltre l'intenzione è di procedere con il cosiddetto revamping, ovvero un’operazione di radicale ammodernamento e sistemazione di tre centrali già esistenti derivanti dall’ex Comunità montana Leogra Timonchio e ubicate a Valli del Pasubio. «Un’operazione del valore di circa 700 mila euro complessivi - aggiunge - per la quale chiederemo un contributo al Bacino imbrifero montano. Si procederà per gradi, partendo dalla costruzione della prima nuova centrale (circa 250 mila euro), i cui introiti poi contribuiranno a finanziare la seconda e poi insieme a coprire il revamping».

Questo progetto e il suo relativo piano industriale saranno presentati dai tecnici durante la prossima seduta di Consiglio d’Unione, a settembre. L’ente però non si ferma qui e vorrebbe fare un ulteriore passo avanti sul fronte “green”, ipotizzando la costruzione di due nuove centrali termiche alimentate a biomassa. «Per ora abbiamo solo avviato uno studio di fattibilità - evidenzia Orsi - per capire quali comuni sarebbero interessati ad ospitarle e in quali siti, con tutte le relative valutazioni di impatto ambientale. Un progetto che comunque resta vincolato alla possibilità di ottenimento di finanziamenti pubblici». Le due nuove centrali andrebbero ad aggiungersi alle tre già esistenti nei Comuni di Monte di Malo, Torrebelvicino e Valli del Pasubio. «Questo tipo di produzione energetica si affiancherebbe ad un progetto parallelo, anche quello in fase di studio, di manutenzione delle aree boschive dei nostri territori, dando vita ad un vero e proprio circuito virtuoso. Nelle centrali verrebbero infatti impiegati non solo legnami da terreni di proprietà pubblica, ma anche dei privati, incentivando la valorizzazione del patrimonio boschivo che potrebbe tornare a generare profitto». Tutti i ricavi sarebbero impiegati dall’Unione per la manutenzione del territorio e delle strutture, interventi su sentieri, oltre che la cura del patrimonio naturale.

Silvia Dal Ceredo

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