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Dopo 41 anni ritrova il fumetto gettato

Patrizia Ruiu con il numero di “Lanciostory” che aveva firmato in copertina e poi buttato.  COGOIl tavolo dei “libri liberi” all’ospedale di Santorso.  B.C.
Patrizia Ruiu con il numero di “Lanciostory” che aveva firmato in copertina e poi buttato. COGOIl tavolo dei “libri liberi” all’ospedale di Santorso. B.C.
Patrizia Ruiu con il numero di “Lanciostory” che aveva firmato in copertina e poi buttato.  COGOIl tavolo dei “libri liberi” all’ospedale di Santorso.  B.C.
Patrizia Ruiu con il numero di “Lanciostory” che aveva firmato in copertina e poi buttato. COGOIl tavolo dei “libri liberi” all’ospedale di Santorso. B.C.

Bruno Cogo Su un banchetto dell’ospedale Alto vicentino ritrova lo stesso giornalino letto più di quarant’anni fa e poi buttato al macero. E i ricordi riappaiono con tenerezza e commozione, come la passione per un tipo di riviste ormai destinate al collezionismo vintage e le emozioni e i brividi dell’adolescenza e dei primi innamoramenti. Patrizia Ruiu, 56 anni di Schio, residente nel quartiere di Ss. Trinità, impiegata, lo ha riconosciuto dalla sua firma e di quella del fidanzatino di allora, apposte sulla copertina del settimanale di fumetti e varietà “Lanciostory”. Era il numero 31, uscito l’8 agosto 1977, e all’epoca costava 350 lire. L’euro era lontano quasi un quarto di secolo. Appassionata lettrice, la signora Patrizia è solita prendere e portare libri sul tavolino che si trova vicino all’entrata dell’ospedale di Santorso. “Libri liberi” è una piccola biblioteca aperta a tutti, a disposizione dei pazienti ricoverati e di quanti si trovano a frequentare la struttura. Sono esposti testi di vario genere che si possono leggere liberamente durante l’attesa ma si possono anche tenere e portare a casa per poi riconsegnarli a favore di altri lettori. Tutti possono contribuire a questa iniziativa portando dei libri da lasciare a disposizione di altri lettori. Il destino ha voluto che qualcuno portasse in ospedale proprio quel giornalino di fumetti e che a prenderlo fosse la stessa persona che lo aveva acquistato e letto nell’estate del 1977. Un ritrovamento che ha dell’incredibile visto che il papà di Patrizia, dopo averlo impacchettato assieme a giornali e cartoni, qualche settimana dopo lo aveva consegnato ai volontari del Mato Grosso in una delle periodiche raccolte di multimateriali effettuate nella parrocchia di SS. Trinità. «Quando me lo sono ritrovato tra le mani mi è sembrato impossibile – ci confida Patrizia Ruiu - . Quel giornalino mi ha riportato alla mente il ricordo di quando avevo 16 anni ed ho provato una grande emozione. Mi chiedo dove possa essere finito e dove sia rimasto in tutti questi anni!« Una storia che su “Lancio story”, rivista sopravvissuta a pay tv, internet, social e alle crisi editoriali, potrebbe persino far comodo e che ai suoi attenti attuali autori non sfuggirà. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Bruno Cogo

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