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Da tutta Europa per il parkour

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Una delle tante evoluzioni proposte al Krap Invaders.  FOTO STELLA
Una delle tante evoluzioni proposte al Krap Invaders. FOTO STELLA
Schio, parkour (CISCATO)

SCHIO. Dieci anni di salti ed emozioni: i giovani del Krap festeggiano l'anniversario con atleti da tutta Europa. Un centinaio di appassionati di parkour, giunti dal Nord Italia ma anche da Inghilterra, Francia e Spagna, venerdì e sabato, hanno invaso la tensostruttura dello stadio in via Riboli per celebrare il decimo compleanno dell'associazione sportiva dilettantistica, fondata a Schio nel 2008, che nel corso degli anni ha coinvolto nella pratica delle discipline freestyle circa 4 mila persone di età compresa tra i 3 ed i 35 anni.

 

Partendo dalle conoscenze ed esperienze dei suoi soci, l'associazione è cresciuta non solo aprendo, nel 2010 a Santorso, il “Krappannone” un ex capannone industriale trasformato in skatepark, parkourpark e palestra freestyle divenuto ben presto il luogo di ritrovo preferito dai giovani appassionati della zona e poi trasferito allo stadio di Schio, ma anche organizzando corsi, eventi e workshop rinomati a livello nazionale ed europeo. Nella due giorni del Krap Invaders sono stati molti i ragazzi e le famiglie che hanno ammirato i praticanti di parkour eseguire salti spettacolari.

 

«Ho scoperto le attività del Krap tramite passaparola e guardando i loro video su Youtube- afferma Kim Viberti, 20 anni da Torino- Il bello di questa associazione è la passione con cui organizzano eventi per riunire gli appassionati di tutta Italia ed Europa. Io pratico il parkour da due anni: mi sono avvicinato a questa disciplina durante una vacanza in Calabria, osservando un ragazzo allenarsi, e da lì ho coltivato questa passione. L'allestimento dello stadio di Schio è tra i migliori d'Italia». «Ho scoperto l'associazione tramite il canale Youtube di un gruppo di atleti inglesi che parlavano degli eventi del Krap - spiega Giacomo Casandrini da Milano - In questi due giorni ho incontrato persone molto brave che hanno saputo darmi ottimi consigli tanto che ho imparato nuovi salti».

«A me piace eseguire salti mortali - interviene l'amico Alessandro Scaccianoce -. Il parkour si sta diffondendo e il Krap è stato fondamentale per avvicinare i giovani a queste discipline abbattendone i pregiudizi: molti pensano che questi sport siano pericolosi, ma imparandone la tecnica si diventa consapevoli delle proprie azioni». «Il bello del parkour è che non si finisce mai di mettersi alla prova e migliorare- spiegano Emanuele Brunello da Isola vicentina e Jaco Tombolani da Venezia -. È una disciplina che permette non solo di scoprire le città, ma anche di stringere nuove amicizie». Lo sanno bene anche i piccoli Damian ed Elio, 7 anni, atleti in erba divenuti amici grazie al Krap: «Ci piace saltare - affermano - Ci divertiamo allenandoci in gruppo, è la nostra vita». 

Sara Panizzon

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