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Con i cantucci della nonna
conquistano la Germania

Maria Crosato con lo stand della sua attività in una fiera. S.D.C
Maria Crosato con lo stand della sua attività in una fiera. S.D.C
Maria Crosato con lo stand della sua attività in una fiera. S.D.C
Maria Crosato con lo stand della sua attività in una fiera. S.D.C

SANTORSO. Con i cantucci sfornati grazie alla ricetta della nonna conquista il palato dei consumatori tedeschi. Una storia culinaria che affonda le sue radici nel paesino di Santorso, dove la 35enne Maria Crosato ha vissuto fino al 2011 prima di trasferirsi a Berlino con il compagno scledense Filippo Torresani e il loro due bimbi. Da sempre appassionata di cucina, fin da quando era piccola ha visto girare per casa i “cantucci della nonna Maria” «che sempre preparava per le nostre famiglie e poi, quando noi nipoti siamo diventati grandicelli, ci rifilava in grande quantità quando si partiva la domenica sera per l'università», ricorda la giovane.

Chi l'avrebbe detto che proprio quei biscottini croccanti si sarebbero trasformati in un fiorente business a distanza di anni? Con una laurea in scienze politiche in tasca e dopo un periodo di lavoro per un sindacato in Italia, ecco la decisione di espatriare.

«Siamo partiti un po' all'avventura devo dire. Subito pensavamo di restare per un anno circa e invece non siamo più tornati – racconta Maria -. Come tutti nel primo periodo abbiamo fatto i classici “lavoretti” nella ristorazione, frequentando però fin da subito i corsi di tedesco, fondamentali se vuoi veramente stabilirti là».

Ben presto Maria ha deciso di abbandonare il lavoro in un bar, in favore di un impiego più flessibile che le permettesse di gestire meglio i figli, conciliando vita familiare e lavorativa. «Per un periodo ho preparato torte e dolcetti a casa per un altro caffè, poi mi sono buttata in questa avventura dei cantucci con il nostro marchio “SußMery” (DolceMery) rispolverando la ricetta di mia nonna. Un giorno Filippo ha avuto la bella idea di commercializzarli in un modo molto particolare, cioè in lattina. Ed è stata una mossa vincente».

Dopo aver acquistato un macchinario per chiudere le latte a mano, ha trasferito l'attività in un laboratorio in co-working (condiviso con una pasticcera israeliana e una statunitense che fa marshmallow creativi) e la società si è allargata inglobando anche l'amica Gabriella Gobber, anche lei scledense ma trapiantata là da vent'anni, che segue gli aspetti commerciali e marketing.

La ricetta, che resta ovviamente segreta, prevede l'utilizzo di ingredienti ultra selezionati. «Puntiamo sulla qualità – spiega Maria – per questo impieghiamo materie prime a km 0 che abbiamo cercato con cura nei dintorni di Berlino, dalle uova al burro alla farina. Preparo tutto a mano, quindi si tratta di un prodotto totalmente artigianale».

Attualmente la linea di biscotti comprende dei gusti che non rispecchiano l'idea del cantuccio classico a cui sono abituati gli italiani. «Il nostro target infatti non sono gli italiani all'estero ma i tedeschi, che preferiscono sapori diversi dal tradizionale con mandorla. La ricetta di base della nonna quindi è stata arricchita e le varianti sono ora sei. Vendiamo un po’ in tutta la Germania (negozi, caffè, pasticcerie, aziende ed e-commerce), ma tramite i nostri rivenditori raggiungiamo anche Austria, Svizzera e Inghilterra».

Silvia Dal Ceredo

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