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Bimba si ferì a scuola, paga il ministero

La scuola elementare Marconi di via MaraschinL’avvocato Deborah Squarzon
La scuola elementare Marconi di via MaraschinL’avvocato Deborah Squarzon
La scuola elementare Marconi di via MaraschinL’avvocato Deborah Squarzon
La scuola elementare Marconi di via MaraschinL’avvocato Deborah Squarzon

La colpa è della scuola e a pagare 23 mila euro è l’assicurazione del ministero dell’Istruzione. La bambina di 7 anni cadde nel cortile delle elementari Marconi durante la ricreazione. Giocava all’elastico con altre compagne quando inciampò e sbattè rovinosamente la faccia sul selciato. Quella mattina del 22 settembre di nove anni fa, erano presenti in cortile cinque maestre, ma nessuna si accorse di nulla, nonostante gli alunni all’esterno fossero appena venti.

La Corte d’Appello di Venezia, aggravando il verdetto del tribunale, ha dato ragione su tutta la linea al genitore Simone Lorenzato, graduato dell’Arma dei carabinieri, che all’epoca era andato incontro a non pochi grattacapi per avere cercato di capire il motivo per il quale la figliola si fosse procurata così gravi lesioni. Infatti, una consulenza dentistica aveva messo in luce fin da subito la serietà delle ferite per le quali bisognava intervenire con adeguate cure ortodontiche del costo di oltre 9 mila euro.

Contro il militare, attualmente in servizio alla compagnia di Thiene, era stata sporta da una docente addirittura una denuncia dai contorni pesanti, poiché ipotizzava ipotesi di reato dalla concussione all’abuso d’ufficio, poi archiviata dalla Procura della Repubblica di Vicenza perché palesemente infondata. Sulla vicenda il militare non ha mai voluto aprire bocca, lasciando che il tempo e le carte giudiziarie parlassero per lui. Com’è avvenuto, con sua piena soddisfazione morale e materiale.

La quarta sezione civile della Corte d’Appello presieduta da Mauro Bellano ha accertato la colpa dell’amministrazione scolastica a causa della negligenza del personale dipendente per un difetto nella sorveglianza degli alunni durante la ricreazione.

La responsabilità è di tipo contrattuale perché, come scrivono i giudici, «al momento del fatto in cortile c’era una ventina di bambini e le bambine giocavano all’elastico»; erano presenti cinque insegnanti e nessuna di loro «risulta avere assistito e visto la caduta».

Quindi l’affondo come un maglio della Corte contro le stesse maestre: «Non si comprende, quindi, come un così folto numero di insegnanti non sia stato in grado di vagliare l’esiguo numero di bambini presenti e come, nonostante la suddivisione delle stesse per zone del cortile e l’occupazione delle postazioni previste dalle disposizioni del dirigente, nessuna sia stata in grado nemmeno di dare conto di quanto accaduto».

Il ragionamento dei magistrati è palese e dimostra «l’insufficienza della vigilanza operata sia a livello più generale nella individuazione e distribuzione delle zone e dei soggetti supervisori, sia a livello di particolare attenzione e prontezza del personale scolastico». Del resto, la consulenza di parte metteva in luce fin da subito danni per più di 9 mila euro, ritenuti congrui non solo dal consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice, ma anche da parte di quello del ministero dell’Istruzione. «Non abbiamo mai capito la chiusura a riccio della scuola e del dirigente scolastico dell’epoca - dice l’avvocato Deborah Squarzon, che tutela Lorenzato - perché le conseguenze subite dalla bimba erano evidenti, così come le spese». A tal punto che i giudici d’appello hanno liquidato un importo ben superiore a quello fissato dal tribunale.

Ivano Tolettini

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