<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Arrivo a 100 anni leggendo il GdV»

Stella Zanotelli Allari, oggi 99 anni, mentre sfoglia il nostro quotidiano, come fa da una vita ogni giornoFoto d’epoca della Fabbrica alta, dove ha lavorato per molti anni
Stella Zanotelli Allari, oggi 99 anni, mentre sfoglia il nostro quotidiano, come fa da una vita ogni giornoFoto d’epoca della Fabbrica alta, dove ha lavorato per molti anni
Stella Zanotelli Allari, oggi 99 anni, mentre sfoglia il nostro quotidiano, come fa da una vita ogni giornoFoto d’epoca della Fabbrica alta, dove ha lavorato per molti anni
Stella Zanotelli Allari, oggi 99 anni, mentre sfoglia il nostro quotidiano, come fa da una vita ogni giornoFoto d’epoca della Fabbrica alta, dove ha lavorato per molti anni

Come regalo per il compleanno un abbonamento al Giornale di Vicenza per arrivare al traguardo del secolo con il quotidiano preferito in mano, da sfogliare come fa ogni santo giorno da lustri e lustri. I figli hanno esaudito la richiesta di Stella Zanotelli Allari, che oggi spegne 99 candeline. «Conto di arrivare almeno a cento. Per farlo, ho deciso di rinnovare ancora una volta l’abbonamento al Giornale di Vicenza con l’intenzione dichiarata di diventare l’abbonata più anziana».Un obiettivo straordinario, e che magari ora scatenerà una corsa fra i nostri lettori più longevi, fra cui Stella merita un posto di rilievo. A 14 anni, parliamo del 1933, viene assunta come operaia alla Lanerossi, stabilimento di Pievebelvicino. Lei avrebbe volentieri proseguito gli studi, ma in famiglia decisero così. In fabbrica si mise in mostra tanto che l’avvocato Dal Lago, figura dirigenziale “mitologica” in quel di Schio, la convinse a seguire un corso per diventare impiegata. Superato brillantemente, tanto da diventare un cardine dell’ufficio paghe. «Ero quella che distribuiva le buste, che contenevano salari e stipendi in contanti. Allora si usava così, non c’erano gli accrediti in conto o gli assegni. Perciò ero benvoluta da tutti». Non manca l’ironia a Stella che, meglio rammentare la situazione storica della Lanerossi, all’epoca aveva a che fare con diverse migliaia di lavoratori nelle varie sedi. La sua era la Fabbrica Alta, simbolo dell’industria moderna vicentina. Vi rimase fino alla soglia dei 60 anni, ma a quel lavoro e alla Lanerossi è rimasta sempre legata. Ai 35 anni di carriera, ricevette la medaglia d’oro che ancora conserva gelosamente. Anche il marito Remigio Allari lavorava alla Lanerossi, ma in città era conosciuto per le sue doti canore di baritono: tra gli anni ’30 e ’50 cantava romanze e brani d’opera al teatro Civico e al teatro Jacquard, quello davanti proprio alla Fabbrica Alta e voluto da Alessandro Rossi per le attività culturali e ricreative dei suoi lavoratori. Remigio e Stella hanno avuto due figli: Remerez e Florise. Il primo divenne in verità Lucio Remerez per il rifiuto del sacerdote a battezzarlo con un nome non corrispondente a quello di un santo. Il marito non c’è più, ma a festeggiarla ieri, con un giorno d’anticipo, oltre ai figli, c’erano i nipoti Marco, Eva, Sara e i pronipoti Maya, Eric, Liu, Leonardo, Alessandro. E per regalo ha voluto un anno di Giornale di Vicenza: «Lo aspetto ogni giorno con ansia e lo leggo sino a tre volte in 24 ore, per paura di dimenticarmi qualcosa. Sono abbonata da qualche anno. Prima mi recavo regolarmente in edicola. Poi, con l’età che avanzava, ho preferito riceverlo a domicilio». Il postino suona ogni mattina nella bella casa di via Maraschin, che era di proprietà della Lanerossi, a pochi metri dal villino Rossi di cui ieri su queste colonne è stata data la notizia della messa in vendita ai privati, con una stima di partenza di 3 milioni di euro. E i quotidiani li tiene, per ripassarli, accumulandone molti, come fa con i gialli Mondadori, di cui è appassionata. «Fatemi sapere se sono l’abbonata più anziana...». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Mauro Sartori

Suggerimenti