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Appalto irregolare
Ma il Tar arriva
a lavori già finiti

L’inaugurazione dell’ultimo tratto di via Maestri del lavoro nel 2014
L’inaugurazione dell’ultimo tratto di via Maestri del lavoro nel 2014
L’inaugurazione dell’ultimo tratto di via Maestri del lavoro nel 2014
L’inaugurazione dell’ultimo tratto di via Maestri del lavoro nel 2014

Il Tar dà ragione all’impresa ricorrente ma sono passati sette anni dal ricorso e ormai l’arteria in questione è completata ed aperta al traffico dal maggio 2014. Così il Comune di Schio si ritrova condannato a pagare una cifra consistente ma di cui non conosce ancora l’esatta entità, e ricorre a sua volta al Consiglio di Stato.

Una matassa ingarbugliata quella che riguarda la gara relativa alla realizzazione della Tangenziale Sud di via Maestri del lavoro, bando del 27 giugno 2010 aggiudicato al Consorzio Stabile Idra Buiding. È l’ultimo tratto del collegamento fra il traforo dello Zovo e l’autostrada Valdastico Nord, casello thienese. Il primo, via dell’Artigianato, tanto per capirci, è già oggetto di riasfaltatura a causa del manto stradale logoro.

Il ricorso dei secondi classificati, l’impresa Mu.Bre., non produsse la sospensiva dei lavori, che procedettero regolarmente, salvo la scoperta di insediamenti di epoca romana e conseguenti sopralluoghi della Soprintendenza.

Non essendoci stata la sospensione, nessuno a palazzo Garbin si aspettava che, tre anni e un sindaco dopo il taglio del nastro, giungesse la sentenza negativa, giudicata appunto “inaspettata”, che annulla di fatto una gara già arrivata a compimento. Di questo il Tar è cosciente e allora impone al Comune di risarcire a Mu.Bre. un danno monetario equivalente al 50% del presunto utile d’impresa per l’appalto.

Il sindaco Valter Orsi ha le spalle coperte da una polizza assicurativa che propone un indennizzo di 60 mila euro alla ricorrente che non accetta ma neanche rilancia. A quanto ammonterebbe quel 50%? In municipio pensano ad una stima di 100 mila euro ma non essendoci alcuna trattativa in corso, il sindaco conferisce mandato all’avvocato Luigi Cocchi del foro di Genova di ricorrere in appello al Consiglio di Stato, per ribadire la correttezza del dispositivo di sentenza emesso sette anni fa.

«E pensare che quando votammo quest’opera ero seduto fra i banchi dell’opposizione - sospira Valter Orsi, costretto suo malgrado a fare ancora i conti con il passo della macchina burocratica. - La condanna fa riferimento ad un piccolo vizio di forma ma il contenzioso rischia di andare avanti all’infinito. Chissà se i miei nipoti ne vedranno la fine. L’amministrazione comunale di allora e di ora si sentiva a posto proprio perché la gara non era stata bloccata. Diciamo che la Giustizia è lunga ma arriva...» Quando meno te lo aspetti, aggiungiamo noi.

Mauro Sartori

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