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Alunni difficili, un aiuto alle maestre

Alunni delle scuole primarie mentre entrano in classe in una mattinata di lezioni. [FOTOGRAFO]ARCHIVIO
Alunni delle scuole primarie mentre entrano in classe in una mattinata di lezioni. [FOTOGRAFO]ARCHIVIO
Alunni delle scuole primarie mentre entrano in classe in una mattinata di lezioni. [FOTOGRAFO]ARCHIVIO
Alunni delle scuole primarie mentre entrano in classe in una mattinata di lezioni. [FOTOGRAFO]ARCHIVIO

Sos alunni difficili. Se in passato c’era la paura delle strigliate a farli rigare dritto, oggi per aiutarli a superare il disagio servono nuove professionalità anche a scuola. E così in aiuto alle maestre (ma anche ai genitori) arriva lo sportello “Primarie in ascolto” in cui un’educatrice professionale impartisce consigli su come gestire e risolvere problemi comportamentali e difficoltà relazionali.

Il progetto attivo da un anno negli istituti cittadini ha già registrato numeri importanti. Sono 39 gli insegnanti e 54 i papà e le mamme che si sono rivolti al servizio gestito dal Ceis in sinergia promosso dall’associazione dei genitori Age e cofinanziato da Confindustria Vicenza, Lions, i comuni di Schio e San Vito e Cariverona. Per un totale di 137 colloqui con maestre e genitori e 19 con professionisti.

«Abbiamo affrontato tensioni nella classe, come quella fra maschi e femmine, ma anche casi di bambini particolarmente isolati a causa della loro fragilità relazionale» spiega Valeria Carli del Ceis, responsabile del progetto. Ma allo sportello si sono rivolti anche insegnanti per segnalare comportamenti vicini al bullismo, con la differenza che vengono ancora fatti con l’innocenza dei piccoli.

Fra questi le classiche prese in giro che però possono creare situazioni pesanti. «Questi comportamenti ingenui rischiano di innescare dinamiche destinate ad aggravarsi negli anni futuri, quando è più difficile intervenire come vediamo visto che gestiamo anche un analogo sportello finanziato dall’Ulss per le scuole medie» continua Carli. La forza del progetto è proprio quella di prevenire.

Tanto che in via sperimentale il progetto è stato esteso anche alla scuola materna. «Un risultato ottenuto grazie all’impegno di Confindustria - spiega Roberto Santacatterina dell’Age, associazione che è stata la principale promotrice del progetto - Che nasce dalle richieste degli stessi insegnanti che sicuramente non ha precedenti in provincia, ma forse anche al di fuori. Siamo convinti che questa sia la strada giusta».

Lo sportello primarie in ascolto prevede che sia l’insegnante a rivolgersi allo sportello che poi convoca i genitori o sceglie che percorso impostare con un singolo alunno o con tutta la classe. «Tutti i genitori che abbiamo chiamato sono venuti a colloquio, anche gli stranieri - spiega l’educatrice Marta Meneghini che con la psicologa Daria Santacatterina ha lavorato allo sportello - E i risultati positivi si sono visti»

«Spesso sono i genitori ad aver bisogno di una mano ad esempio per trasmettere ai bambini il rispetto delle regole, nel contenimento del comportamento, o per imparare a dire “no” - continua Carli - E anche gli insegnanti per quanto siano grandi professionisti sono contenti di poter contare su professionisti che sanno come affrontare situazioni che per loro sono troppo delicate».

Ma perché un tempo genitori e insegnanti erano capaci di arrangiarsi mentre oggi hanno bisogno di un aiuto? «Beh, se provassimo a guardarci indietro forse potremmo riconoscere che sarebbe servito anche in passato per evitare tante situazioni di disagio - conclude Carli - Fortunatamente oggi c’è maggior sensibilità».

Elia Cucovaz

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