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«Abbiamo sgominato le teste delle gang»

Il sindaco Valter Orsi, eletto nel 2014 e che si ripresenterà alle amministrative 2019
Il sindaco Valter Orsi, eletto nel 2014 e che si ripresenterà alle amministrative 2019
Il sindaco Valter Orsi, eletto nel 2014 e che si ripresenterà alle amministrative 2019
Il sindaco Valter Orsi, eletto nel 2014 e che si ripresenterà alle amministrative 2019

Quattro anni e mezzo a palazzo Garbin. Sei mesi alle urne. Natale alle porte. È tempo di bilanci per Valer Orsi, sindaco di Schio e consigliere provinciale. Con un occhio al lavoro fatto e l’altro alle sfide future, quelle di questo ultimo miglio di mandato e di quello che lui spera possa essere il bis, da maggio in poi. Sindaco Orsi, sul tema sicurezza lei ha investito parte del suo mandato eppure sembra essere uno dei nodi irrisolti a Schio, stando alle cronache, rispetto ad altre città di analoghe dimensioni. Qualcosa non ha funzionato? La sicurezza è uno dei problemi che stiamo affrontando, che qui s’intreccia con un altro: il disagio giovanile. Bisogna capirne le origini e capire come recuperare i ragazzi border line. Noi abbiamo realizzato tanti progetti, anche finalizzati alla genitorialità, e messo in moto operatori per attirare i giovani a rischio in progetti di aggregazione. In 10-15 casi questo ha funzionato. All’inizio era spaccio di droga in zone circoscritte, come la valletta, poi rapine e violenze e altri episodi diffusi, a ridosso del centro. Cos’è successo? All’inizio gli spacciatori erano per lo più richiedenti asilo, lo dicono le indagini. Li abbiamo segnalati alla prefettura e sono stati esclusi dall’accoglienza. Poi però sono subentrati i subspacciatori, che sono italiani, alcuni figli di immigrati, e non si possono espellere. Abbiamo chiesto quindi un impegno supplementare alla polizia locale. Con qualche lamentela sindacale. Do atto agli agenti dell’impegno. Ma è vero che non possono sostituirsi a carabinieri o polizia. Per questo abbiamo chiesto il commissariato. Questa richiesta non è una sorta di ammissione di fallimento del “sistema”? Non lo è. Ho grande rispetto per l’Arma che opera con le potenzialità d’organico che ha. Ora nel Vicentino sono arrivati 31 nuovi carabinieri, 3 a Schio, ma ne mancano ancora 60. Schio, per popolazione e sviluppo, è ancora sottodotata di forze dell’ordine. Perciò chiediamo il commissariato: con noi ci sono oltre 30 Comuni. In ogni caso, dopo essere stati presi un po’ in contropiede dall’escalation dell’ultimo anno e mezzo, ora abbiamo sgominato le teste della banda: 7 su 8 sono in carcere. L’amaro in bocca è ritrovarsi poi lo spacciatore che torna in libertà. Quanto incide, in tutto questo, lo spopolamento del centro? Credo che sia più un problema di identità: molti sono figli di stranieri nati qui ma che si trovano in un limbo identitario. Con le scuole stiamo lavorando per intervenire su queste situazioni. Il centro che si spopola è comunque un problema, anche urbanistico e commerciale. Come lo affrontate? Fin da subito abbiamo avviato una forte collaborazione con artigiani e commercianti per rivitalizzare il centro, investito su nuovi arredi urbani e alcuni bandi sulle manutenzioni straordinarie sono andati a ruba. E con la nascita di “Cuore di Schio”, associazione d’imprese, si è superato l’individualismo. Tante attività sono nate dai commercianti, si è smesso di delegare. La situazione commerciale è ancora difficile, no? Rispetto a qualche anno fa, ci sono meno vetrine vuote. In piazza Falcone, da 11 si sono ridotte a 3, ad esempio. A proposito di commercio: hanno senso tutti quei supermercati in via Vicenza? Per gli esercizi fino a 1.500 metri quadri il Comune ha le mani legate: possono aprire senza impedimenti. Abbiamo invece approvato un Piano degli Interventi per le superfici commerciali più grandi, le quali devono occupare prima il centro e poi le periferie. Così abbiamo bloccato l’insediamento di un mega centro da 50 mila metri quadri all’ex Lanerossi. Quello poteva essere un’occasione di sviluppo, sostengono alcuni. Ma sarebbero stati vani gli interventi sui negozi di vicinato. Il calo demografico è un problema generale, la scuola Marconi ha chiuso per mancanza di alunni. Quali sono le prospettive? Dal 2013 c’è stato un calo di nascite continuo, mentre il 2017 è stato stabile e quest’anno c’è invece una crescita. Ma i prossimi due, per quanto riguarda le scuole, saranno gli anni più difficili. Abbiamo cercato di potenziare l’offerta formativa, di aumentare l’attrattività dei comprensivi con una rimodulazione degli orari. E poi abbiamo realizzato il Centro servizi al Campus degli istituti superiori, qualcosa di unico. Quel progetto nasceva prima del suo insediamento. Lo appoggiai dall’opposizione, ma quando sono diventato sindaco era tutto bloccato, in Provincia e in Cariverona. Non ci siamo arresi, perché i buoni progetti non hanno colore politico, e lo abbiamo ripreso con qualche modifica: sarà l’anello di congiunzione tra gli istituti, con auditorium, mensa, spazi per start-up e nuove tecnologie. Da candidato, lei proponeva di depotenziare l’inceneritore. Ha cambiato idea o non è stato possibile farlo? Non ho mai detto che l’intervento sull’inceneritore si faceva con un battito di ciglia. Il Comune ha il 23% in Ava, la società che lo gestisce, e siamo riusciti a tamponare le spinte che volevano potenziare ulteriormente l’impianto. Abbiamo migliorato la raccolta differenziata dal 65 al 72 per cento, producendo 400 tonnellate in meno all’anno di rifiuto indifferenziato. Abbiamo lottato con al Regione che ci voleva “espropriare” dell’impianto. Ora stiamo motivando un nuovo piano industriale per il bacino rifiuti di Vicenza, sono 92 Comuni: potremmo avere una riduzione della seconda linea dell’inceneritore. Sul fronte viabilistico, la Destra Leogra è l’opera in rampa di lancio. Quando scatterà il cantiere? È un’opera da 3,2 milioni che collegherà il ponte di Liviera con la viabilità del traforo. La gara sarà accesa quest’anno e il cantiere inizierà nel 2019. La Provincia mette un milione, il Comune due e parte delle risorse arriva dalle quote di Pasubio Group. A maggio si torna alle urne per le amministrative e lei si ritroverà contro la Lega, suo ex partito, stavolta in uno stato di forma migliore che nel 2014. Timori? La Lega sarà un rivale, non tanto perché sia stata presente sul territorio in questi anni, anzi, a volte hanno taciuto su certi temi, penso alla sanità, per interesse di partito, quando perché potrà godere del traino nazionale e Salvini verrà qui sicuramente a fare il comizio. Ma noi non abbiamo timori, perché abbiamo lavorato con tutti, dai referenti leghisti in Regione ad Achille Variati, una persona eccezionale, in Provincia. E con il nostro lavoro abbiamo dato fastidio a qualcuno. Il suo ex sostenitore Federico Dalle Vedove, venetista, è uscito ed è andato in appoggio alla Lega. Anch’io sono venetista. Se qualcuno è uscito, in bocca al lupo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Scorzato

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