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Vendite su internet con sessanta truffe Indagato a 17 anni

Il giovane si faceva ricaricare la postepay dallo zio. ARCHIVIO
Il giovane si faceva ricaricare la postepay dallo zio. ARCHIVIO
Il giovane si faceva ricaricare la postepay dallo zio. ARCHIVIO
Il giovane si faceva ricaricare la postepay dallo zio. ARCHIVIO

Nel giro di una ventina di giorni, nel giugno dell’anno scorso, aveva messo a segno una serie infinita di truffe. Aveva messo in vendita su internet cellulari, iPad, materiale informatico, ma anche capi di abbigliamento di marca e profumi; ma poi, incassati i quattrini, non li aveva più spediti. È il sospetto della procura per i minorenni di Venezia, che ha avviato un’indagine a carico di P. R., 17 anni, studente residente a Montecchio Maggiore. L’ipotesi a suo carico è di truffa, ai danni di almeno una sessantina di persone; ma potrebbero essere di più, anche se qualcuno potrebbe ritirare la denuncia. Un ruolo importante, per far luce nella vicenda, lo avrebbe avuto lo zio del giovane, un castellano di 46 anni. GLI ANNUNCI. Era l’estate dello scorso anno e il giovane aveva 16 anni. P. R. viene descritto come un appassionato di informatica, abilissimo a “smanettare” con computer e smartphone. Si sarebbe inventato quella che poteva essere un’attività redditizia ma illegale: quella di fingere di vendere merce on line. Per questo, usando diversi nickname, era entrato in alcuni siti internet di annunci, mettendo in vendita del materiale telefonico e informatico a prezzi vantaggiosi, come un iPhone 6 nuovo a 349 euro. Di annunci del genere ne avrebbe postati a decine, lasciando il suo indirizzo di posta elettronica e dicendo di essere della provincia di Verona. Non solo: in quei giorni aveva chiesto un aiuto allo zio, che sapeva essere titolare di un conto postepay. Gli avrebbe detto che aveva in animo di mettere in vendita della merce su eBay, e di avere bisogno di una card dove farsi pagare. Lo zio aveva acconsentito: «Non appena mi arrivano i soldi prelevo e te li do». LE TRUFFE. In quelle settimane, lo studente avrebbe avuto il suo daffare: fra postare annunci e rispondere alle email, aveva lavorato alacremente senza porsi il problema delle conseguenze. Da quanto è emerso, non avrebbe mai spedito alcunché, decidendo di fermarsi solamente quando lo zio gli aveva fatto presente che erano stati caricati sulla sua carta 349 euro da un tizio di Savona. LA POSTEPAY. Ma nel giro di poche settimane il conto dello zio era schizzato, con soldi che arrivavano da tutte le parti, per un ammontare complessivo di diverse migliaia di euro. A quel punto il parente aveva chiesto lumi al nipote, il quale aveva tergiversato prima, ammettendo poi che erano soldi “facili” guadagnati non proprio lecitamente. E lo zio non solo aveva bloccato il conto, su cui continuavano ad arrivare somme, ma si era anche rivolto alla polizia postale per segnalare l’accaduto. Una circostanza che di fatto lo avrebbe salvato, perchè altrimenti le indagini sarebbero state avviate a carico suo, titolare della card. LE DENUNCE. Nel frattempo, le denunce sono piovute da tutta Italia: dalla Lombardia, dalla Sicilia, dalla Puglia, dal Lazio, anche dalla Valle d’Aosta. Gli agenti hanno denunciato il giovane, ora finito sotto inchiesta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri

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