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Società unica dei rifiuti
Primi timori dei sindaci

L’ingresso della sede di Agno Chiampo Ambiente.  FOTO MASSIGNAN
L’ingresso della sede di Agno Chiampo Ambiente. FOTO MASSIGNAN
L’ingresso della sede di Agno Chiampo Ambiente.  FOTO MASSIGNAN
L’ingresso della sede di Agno Chiampo Ambiente. FOTO MASSIGNAN

Ipotesi fusione di Agno Chiampo Ambiente, i sindaci divisi fra dubbi e opportunità. Una fusione prevista dalla normativa e nei prossimi due anni i Comuni soci della municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti dovranno decidere con quale “sorella” fondersi o aggregarsi diventando una realtà più grande. Un obbligo, quindi, a cui dovranno adempiere ma che viene visto con ottiche diverse dai primi cittadini.

Proprio l’assemblea dei sindaci ha recentemente dato mandato al consiglio di amministrazione di Agno Chiampo Ambiente di analizzare tramite uno studio gli eventuali costi e benefici di una fusione sia con Aim, Aziende municipali industriali di Vicenza, che con Ava, Alto Vicentino ambiente di Schio. Ma se alcuni sindaci ritengono che una futura unione con altre municipalizzate del settore porterà riscontri positivi altri, invece, non nascondono la preoccupazione di un eventuale aumento delle tariffe se non addirittura di un calo nella qualità dei servizi.

«È importante far crescere aziende in grado di competere sul mercato anche se di gestione pubblica – dice il sindaco di Montecchio, Milena Cecchetto – e in questo senso le partnership con realtà simili è il modo migliore per crescere e poter offrire servizi migliori ai cittadini mantenendo le tariffe a misura di servizio sociale. Certe operazioni vanno fatte oculatamente senza creare contraccolpi e di certo se portano aumenti di costi non vanno neanche considerate».

«Dobbiamo trovare una società che ci assomigli – afferma a sua volta il primo cittadino di Brendola, Renato Ceron – che abbia i nostri stessi obiettivi e finalità cioè ottimizzazione della raccolta, risparmio della bolletta e efficientamento degli impianti. Solo così potremo certo fonderci ma mantenendo in contemporanea gli stessi standard attuali se non addirittura migliorarli».

Dello stesso parere anche il vicesindaco sovizzese, Giancarlo Rigoni, e il sindaco di Nogarole, Romina Bauce: «Credo che una fusione potrebbe portare risvolti positivi – spiega Rigoni - anche in termini di risparmio. Diventando una realtà più importante magari verranno inserite delle innovazioni che oggi non è possibile introdurre a causa dei costi». «Naturalmente già in fase di studio con le altre aziende verranno inseriti dei termini per evitare maggiorazioni nelle tariffe – aggiunge Bauce – e, conseguentemente, mantenere inalterati i servizi. Dovremo sicuramente migliorare non il contrario».

Preoccupazione viene, invece, espressa da Gabriele Tasso e Antonio Tonello primi cittadini rispettivamente di San Pietro Mussolino e Montorso. «Noi siamo certi che ci sarà un aumento dei costi a discapito del servizio perché le realtà più piccole sono più a misura di cittadino – è il pensiero di Tasso -. Le leggi dei grandi numeri non sono mai sinonimo di efficienza. Ovvio seguiremo la normativa pur consapevoli di quali saranno i rischi e le conseguenze». «È una riorganizzazione a cui non possiamo opporci – chiosa Tonello –e riteniamo che toglierà la possibilità ai nostri cittadini di avere un servizio territoriale con la qualità e i costi che attualmente abbiamo. Oggi invece abbiamo una società la cui gestione è controllata dai Comuni soci e che organizza il lavoro e gli investimenti tenendo presente le esigenze del territorio».

Antonella Fadda

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