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Padre Schiavo è beato
La cerimonia in Brasile

Il quadro ufficiale della beatificazione di padre Giovanni Schiavo
Il quadro ufficiale della beatificazione di padre Giovanni Schiavo
Il quadro ufficiale della beatificazione di padre Giovanni Schiavo
Il quadro ufficiale della beatificazione di padre Giovanni Schiavo

Montecchio e il Brasile in festa per la beatificazione di padre Giovanni Schiavo. La cerimonia solenne è fissata per stamattina a Caxias do Sul e sarà presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto per la congregazione per le cause dei santi e rappresentante di papa Francesco. E alla volta del Brasile è partita, l’altro giorno, una delegazione di 30 montecchiani, insieme ai nipoti e ai parenti di padre Giovanni, proprio per assistere alla celebrazione. Domattina a Fazenda Sousa, che si trova sempre nella diocesi di Caxias, verrà celebrata una messa davanti alla tomba del padre giuseppino che lasciò giovanissimo Sant’Urbano per prendere i voti. Anche nella città castellana è prevista una serie di eventi religiosi per ricordare vita e azioni di padre Giovanni, missionario per 35 anni nella terra verde-oro, dove morì a 64 anni per una grave malattia.

Una vita dedicata al prossimo, quella del Beato giuseppino, e improntata sulla generosità e sull’accoglienza, che si manifestano in lui fin dalla più tenera età, in quella frazione che gli ha dedicato una via e dove il suo ricordo è ancora molto vivo. A quattro anni il piccolo Giovanni venne colpito da poliomielite e meningite, malattie dalle quali guarisce miracolosamente. Racconterà successivamente di aver sentito la chiamata a prendere i voti subito dopo la prima comunione. Frequenta le elementari a Sant’Urbano e prosegue alle medie di Montecchio, dove si reca ogni giorno percorrendo oltre 10 chilometri a piedi, scalzo, per non rovinare le scarpe. Continua a fare lo stesso tragitto anche per frequentare il seminario dei padri Giuseppini, sempre a Montecchio, e nel 1927 viene ordinato sacerdote. Il suo sogno però è diventare missionario. Un sogno che diventa realtà quattro anni dopo, quando verrà inviato in Brasile dove rimarrà fino alla sua morte nel 1967.

Il Brasile diventerà la casa di padre Giovanni che sarà sempre molto attivo sebbene la sua salute sia cagionevole. Nel sud del Brasile fonderà un seminario giuseppino e anche una casa di accoglienza per i bambini di strada. Di lui raccontano che faceva tutto con profondo amore, rispetto e dedizione. Molte persone lo cercavano per la sua disponibilità all’ascolto e alla consolazione. “Il mio desiderio consiste nel fare sempre la volontà di Gesù - scrisse -. La perfezione consiste nel compiere la sua santa volontà. La perfezione non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le piccole cose”.

A 30 anni dalla sua morte avviene il miracolo. Nel 1997 Juvelino Cara viene ricoverato e operato d’urgenza. I medici diagnosticano una patologia inoperabile e avvisano i familiari che l’uomo ha solo tre ore di vita. I parenti iniziano a pregare chiedendo l’intercessione di padre Giovanni. Juvelino, subito dopo, inizia a dare segni di ripresa e guarisce. La scienza medica non è stata in grado di dare una spiegazione. Due anni dopo è iniziato l’iter per la beatificazione che ha portato, un anno fa, al decreto firmato dal pontefice. Oggi la cerimonia solenne.

Antonella Fadda

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