<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Le spugne fossili del museo svelano l’origine della vita

Astrid Schuster una dei ricercatori sulle spugne fossili.  A.F.Il sindaco Cecchetto con Frisone curatrice del museo Zannato.  A.F.Alcune delle spugne fossili conservate al museo Zannato.  A.F,
Astrid Schuster una dei ricercatori sulle spugne fossili. A.F.Il sindaco Cecchetto con Frisone curatrice del museo Zannato. A.F.Alcune delle spugne fossili conservate al museo Zannato. A.F,
Astrid Schuster una dei ricercatori sulle spugne fossili.  A.F.Il sindaco Cecchetto con Frisone curatrice del museo Zannato.  A.F.Alcune delle spugne fossili conservate al museo Zannato.  A.F,
Astrid Schuster una dei ricercatori sulle spugne fossili. A.F.Il sindaco Cecchetto con Frisone curatrice del museo Zannato. A.F.Alcune delle spugne fossili conservate al museo Zannato. A.F,

Nel grande brodo primordiale della vita c’è anche un pezzetto di Montecchio Maggiore. Sono le spugne fossili del Chiampo, conservate al museo Zannato, che sono entrate a far parte di uno studio condotto da un team internazionale che ha lo scopo di risalire, andando sistematicamente indietro nel tempo, all’evoluzione della vita. Le spugne - una decina quelle esaminate ma sono un centinaio quelle conservate nelle sale di villa Lorenzoni - risalgono a 50 milioni di anni fa e sono state ritrovate negli anni Ottanta da alcuni appassionati che le hanno poi donate al museo. «Le spugne fossili sono piuttosto rare - afferma Viviana Frisone, curatrice del museo -. In genere si degradano nel fondo del mare. In questo caso siamo stati molto fortunati». All’epoca, nell’Eocene, in tutto il Vicentino c’era un mare tropicale molto caldo, azzurro e popolato di pesci, alghe, tartarughe, granchi e spugne, appunto. «Gli appassionati che le hanno ritrovate hanno fatto un grande gesto di generosità donandole al nostro museo – prosegue Frisone – e noi le abbiamo catalogate, conservate e studiate. Ogni dato è importante nell’evoluzione, è come un grande puzzle al quale Montecchio ha contribuito con un pezzo per formare tutto il quadro. Ogni pezzo però è importante, altrimenti il puzzle è incompleto». Lo studio internazionale è stato recentemente pubblicato e combina dati sia sul Dna delle spugne attuali sia sui fossili allo scopo di produrre un albero evolutivo calibrato nel tempo. Le spugne sono infatti tra i più antichi animali multicellulari ancora viventi. Probabilmente sono alla base dell'evoluzione e rientrano tra i progenitori comuni a tutti gli altri animali, uomo compreso. Ricostruire l’albero evolutivo delle spugne è dunque fondamentale per capire come si è evoluta la vita sul nostro pianeta. «I fattori più importanti in questo nuovo approccio sono stati il numero di fossili - afferma Astrid Schuster, ricercatrice alla Ludwig Maximilians Universität di Monaco di Baviera in Germania che fa parte della squadra di studiosi che ha affrontato la ricerca -, le stime precise della loro datazione e l’assegnazione a gruppi di classificazione recenti». «Questo studio conferma come siano utili i musei come archivi di biodiversità, anche di quella antica – commenta la curatrice museale Frisone -. Siamo molto orgogliosi di aver contribuito, con i nostri dati, a uno studio così multidisciplinare ed importante». Da più di 30 anni al museo Zannato si fa ricerca in ambito scientifico sulla mineralogia del Vicentino e sui granchi fossili, con ottimi risultati e con pubblicazioni scientifiche di rilievo. «Il museo - aggiunge il sindaco Milena Cecchetto - seppure piccolo e a carattere locale, presenta delle eccellenze. Fra queste vi sono sicuramente la didattica e la divulgazione, ma anche la ricerca. Recentemente si sono aperte altre linee di ricerca, appunto, che auspichiamo si possano sviluppare a beneficio della conoscenza sui beni culturali del nostro splendido territorio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

Suggerimenti