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La Regione taglia i terreni edificabili Pronto il ricorso

Il Comune di Montecchio Maggiore al lavoro contro la riduzione delle aree edificabili. ARCHIVIO
Il Comune di Montecchio Maggiore al lavoro contro la riduzione delle aree edificabili. ARCHIVIO
Il Comune di Montecchio Maggiore al lavoro contro la riduzione delle aree edificabili. ARCHIVIO
Il Comune di Montecchio Maggiore al lavoro contro la riduzione delle aree edificabili. ARCHIVIO

Il Comune di Montecchio sta valutando un ricorso contro una delibera di giunta regionale. Oggetto del contendere l’esigua metratura di consumo del suolo assegnata all’amministrazione castellana, che ora sta cercando la soluzione. Il Comune ha incaricato infatti l’avvocato Alessandro Calegari di Padova di valutare i possibili profili di illegittimità della delibera di giunta regionale “incriminata”, la 668 del 15 maggio, e, nel caso in cui tali profili siano sussistenti e rilevanti, di procedere con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Unica strada percorribile, dal momento che sono scaduti i termini per rivolgersi al Tar. Ma andiamo con ordine. A Montecchio Maggiore, sino all’entrata in vigore delle disposizioni attuative della legge regionale sul consumo del suolo varata a giugno 2017 - normativa che recepisce l’obiettivo comunitario di azzerare la nuova occupazione di terreno entro il 2050 - c’era una possibilità edificatoria per 31 ettari, 18 dei quali derivanti da una quota residuale delle previsioni del Piano regolatore generale-Prg e 13 dalle previsioni del Piano di assetto del territorio-Pat. La Regione invece con le delibere n. 668 ha assegnato a Montecchio una quantità massima di suolo ancora consumabile pari a 4,28 ettari. Tale previsione, se mantenuta e confermata, comprometterebbe però fortemente l’iter di approvazione del Piano degli interventi-Pi che non raggiungerebbe più gli scopi dello strumento urbanistico a causa della modestissima quantità di suolo consumabile assegnato, tale da non consentire neppure il mantenimento di tutte le aree edificabili previste dal previgente Piano regolatore generale. Quanto ipotizzato dalla Regione Veneto, secondo l’amministrazione castellana, non tiene conto che già con l’approvazione del Pat, a maggio 2014, il Comune, come autonoma scelta di politica urbanistica, aveva deciso di “autolimitarsi” prevedendo una Superficie agricola utilizzabile-Sau di circa 13 ettari rinunciando al massimo, all’epoca possibile, vale a dire circa 20 ettari. La limitazione posta ora dalla Regione costringe l’amministrazione castellana a non prevedere nuove aree edificabili, stralciando inoltre circa 14 ettari di aree edificabili (previsioni da Prg) i cui proprietari da svariati anni hanno versato nelle casse comunali consistenti somme per Imu, e prima per Ici, nella speranza di poter costruire una volta superata la crisi che ha investito il settore edilizio. Fattori ignorati a Venezia nonostante il Comune abbia scritto due volte informando delle problematiche che si sarebbero generate. Considerato che, a fronte dei 4,28 ettari concessi, solo il Prg (ora Piano degli Interventi) previgente avrebbe permesso l’edificazione di circa 18 ettari di aree di espansione senza strumento attuativo approvato, e che con l’inevitabile stralcio di tutte le aree di espansione si verranno a realizzare ingenti danni in capo ai proprietari di tali aree con il possibile instaurarsi di contenziosi giudiziari che di fatto paralizzeranno per anni il mercato urbanistico comunale, alla giunta castellana non è rimasto altro che affidarsi ad un legale per vagliare la possibilità di ricorso. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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