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La profuga è costretta a prostituirsi

Un’automobile ferma lungo la regionale 11 accostata ad una lucciola. FOTO ARCHIVIOUn barcone di immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa
Un’automobile ferma lungo la regionale 11 accostata ad una lucciola. FOTO ARCHIVIOUn barcone di immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa
Un’automobile ferma lungo la regionale 11 accostata ad una lucciola. FOTO ARCHIVIOUn barcone di immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa
Un’automobile ferma lungo la regionale 11 accostata ad una lucciola. FOTO ARCHIVIOUn barcone di immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa

Ha trent’anni, forse meno. È sbarcata in Italia in mezzo alle migliaia di migranti in cerca di una nuova vita e poteva essere accolta in un centro per profughi. Invece, è finita in un altro incubo, su una strada provinciale costretta a vendere il proprio corpo. È la storia di una donna nigeriana, domiciliata secondo le sue dichiarazioni a Villafranca di Verona, fermata sabato scorso dalla polizia locale Dei Castelli a Montecchio durante i controlli a contrasto della prostituzione lungo la strada regionale 11.

Lì, in viale Milano, gli agenti in borghese hanno fermato la donna di origine nigeriana appena salita sull’auto di un cliente; un italiano di 66 anni residente in un comune della vallata. Era senza documenti. Ha dichiarato di avere 30 anni.

In caserma la donna ha poi raccontato la propria storia. Ha detto di essere arrivata a Lampedusa a vent’anni su un barcone, nel 2008. e di essersi poi spostata a Roma, dove nel novembre dello stesso anno aveva presentato richiesta di asilo alla Questura.  La sua richiesta era stata però respinta cinque anni dopo dal questore di Roma ed era stato emesso a suo carico un ordine di espulsione. Ordine che però non era mai stato eseguito. Da allora la profuga nigeriana aveva vissuto tra il Lazio, Roma e Pescara, finendo nel giro della prostituzione. Con l’essere sfruttata.

Per ben nove volte, in questi nove anni, è stata fermata e foto segnalata. Ora la migrante trentenne è in attesa si decida la sua sorte: è stata segnalata alla procura di Vicenza per la non ottemperanza all’ordine di espulsione e per la mancanza di documenti e all’ufficio stranieri della questura per i provvedimenti del caso.

Per quanto riguarda il cliente che aveva fatto salire la donna in auto, è stato sanzionato con una multa di 500 euro, per la violazione del regolamento comunale antiprostituzione, e di altri 500 euro per guida in stato di ebbrezza dal momento che è risultato positivo all’etilometro.

Dalle verifiche della polizia locale è risultato che l’uomo quella sera aveva utilizzato, per andare a prostitute, l’automobile intestata alla moglie. La coppia clandestina era stata seguita dall’auto civetta in zona industriale dove cercava di appartarsi. Ed è proprio in questo frangente che è stata fermata.

Antonella Fadda

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