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La lotta di Impastato spiegata ai ragazzi «Siate sentinelle»

Giovanni Impastato ha incontrato gli studenti del Ceccato. COLORFOTO
Giovanni Impastato ha incontrato gli studenti del Ceccato. COLORFOTO
Giovanni Impastato ha incontrato gli studenti del Ceccato. COLORFOTO
Giovanni Impastato ha incontrato gli studenti del Ceccato. COLORFOTO

«Il dialogo con mio fratello Peppino Impastato non si è mai interrotto. Lo vedo ogni momento riflesso negli occhi di voi studenti». Sono le parole di Giovanni, il fratello del giovane siciliano che venne ucciso nel 1978 dal clan Badalamenti per la sua lotta e le sue denunce contro la mafia, agli studenti dell’istituto “Ceccato” di Montecchio. Un incontro-conferenza per parlare di associazioni mafiose e di legalità, del fatto che la mafia non è invincibile e degli insegnamenti di Peppino, ma anche di cosa è accaduto dopo la sua morte e di tutti i depistaggi per farla apparire un atto terroristico e non ciò che era realmente, un omicidio di stampo mafioso. Una lotta per riconoscere la sua uccisione che è durata 22 anni. Insieme a Giovanni Impastato protagonisti della mattinata in un’affollata sala civica corte delle Filande sono stati gli oltre duecento studenti di 3ª e4ª della scuola superiore castellana che hanno presentato video, ricerche e approfondimenti effettuati per il progetto scolastico “Legalità”. A partire dalla canzone “I cento passi” dei Modena City Ramblers, e alcuni spezzoni del famoso film vincitore del Leone d’oro a Venezia, che hanno aperto l’incontro fino al racconto di Impastato che ha parlato della sua famiglia d’origine, legata alla mafia, e della decisione di Peppino di combattere quest’organizzazione denunciandone crimini e affari illeciti. «Peppino venne rapito da alcune persone all’uscita dei locali di Radio Aut, che aveva fondato - ha spiegato - portato in un casolare e picchiato fino alla morte. Dopo hanno deposto il corpo sui binari e lo hanno fatto saltare in aria. Volevano far credere che stesse preparando un attentato terroristico, ma non era così, lo avevano ucciso». Giovanni ha parlato anche della battaglia del fratello a fianco dei contadini espropriati opponendosi alla costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo. «Peppino aveva molto coraggio, quello che io non avrò mai - ha proseguito -non deve però essere considerato un eroe, ma un punto di riferimento». Con i loro elaborati, gli studenti hanno evidenziato la lotta alle ecomafie e presentato un piccolo decalogo in difesa dell’ambiente e della natura a cui tutti sono chiamati anche attraverso pochi e semplici accorgimenti. Numerose, poi, le domande, alcune scomode, poste a Impastato dai ragazzi che hanno seguito con molta attenzione le sue parole, sottolineando i passaggi più intensi con numerosi applausi. «La mafia non è invincibile - ha concluso - perché se lo Stato ha sconfitto il brigantaggio, i brigatisti, l’anonima sequestri, può sconfiggere la mafia. È mancata la volontà vera di farlo. Non fatevi deviare dai programmi televisivi o da ciò che vi viene propinato, siate vigili. Siate delle sentinelle». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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