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Danni per oltre un milione
per il terreno ex autoporto

L’imprenditore Dalla Verde chiede un risarcimento al Comune. G.Z.
L’imprenditore Dalla Verde chiede un risarcimento al Comune. G.Z.
L’imprenditore Dalla Verde chiede un risarcimento al Comune. G.Z.
L’imprenditore Dalla Verde chiede un risarcimento al Comune. G.Z.

«Chiedo al Comune di Montecchio 1.307.000 euro di risarcimento per il danno subito». La richiesta arriva dal commendatore Gino Dalla Verde, patron dell’omonima azienda di costruzioni meccaniche metalliche di via Triste. Oggetto del contenzioso un terreno di circa 12 mila metri quadrati che fa parte dell’area su cui insiste il piano particolareggiato di iniziativa pubblico-privata “Montecchio Ovest”, recentemente adottato in giunta, che prevede il proseguimento in direzione di viale Milano della zona artigianale.

L’iter, che ormai sta per vedere il traguardo, è piuttosto datato. Nel 1989 l’area, allora a destinazione agricola, fu individuata per costruire un autoporto, progetto poi abortito. E nel 2001 venne trasformata in zona produttiva.

«Il terreno mi era stato chiesto dal Comune - racconta Dalla Verde - per costruire l’autoporto, ma poi non se n’è fatto niente. La società che doveva realizzarlo è andata in liquidazione ed il terreno è tornato al Comune che ne ha cambiato la destinazione trasformandolo in area commerciale-industriale, per poi metterlo all’asta. A me lo avevano pagato come terreno agricolo: per i 12 mila metri ceduti ho incassato 274 milioni di lire. Dopo dieci anni, 16 mila metri quadrati sono stati venduti a 1.840.000 euro. Il danno da me patito mi sembra evidente. Ho iniziato una causa nel 2006. Dopo cinque anni il Tar ha risposto di non essere competente e tutto è stato trasferito al tribunale di Vicenza, ma sono ancora in attesa della sentenza».

Per ritirare la causa Dalla Verde aveva proposto un accordo all’amministrazione comunale. «Possiedo un’area attigua allo stabilimento di via Trieste. Nel 2005 ho chiesto, per esigenze legate alla mia attività, di trasformarlo da area agricola ad industriale: era ancora un buon momento per l’economia ed avevo bisogno di ampliare il magazzino. Nel luglio del 2012, attraverso lo Sportello unico per le attività produttive, è avvento il cambio di destinazione ma ormai la crisi si era fatta sentire e non avevo più necessità di allargarmi. Ho quindi chiesto una destinazione commerciale mantenendo una copertura di circa 6.800 mq su un totale di oltre 20 mila, in linea con il Piano degli interventi. In cambio rinunciavo ad ogni pretesa per il terreno dell’autoporto. Ma mi hanno risposto picche».

Terreno che Gino Dalla Verde in un primo momento aveva chiesto gli fosse restituito ma che ora non vuole più. «Perché per livellarlo furono utilizzate terre esauste di fonderia, rifiuti di abbattimento di fumi. Materiale che doveva essere portato in discarica. Si parla di un innalzamento di circa 1,5 metri. Ora voglio solo un indennizzo in moneta».

Ad avvertire l’Arpav del presunto inquinamento era stato nel 2005 lo stesso Dalla Verde contestualmente alla diffida al Comune a mettere all’asta l’area riservata all’ex autoporto. L’attuale Amministrazione comunale, ieri ha fatto sapere che non intendono commentare questa vicenda.

Giorgio Zordan

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