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Clandestini accolti come profughi

L’alloggio dei clandestini e stranieri senza permesso di ospitalità scoperto in piazza San Paolo. FOTO A. MAS.
L’alloggio dei clandestini e stranieri senza permesso di ospitalità scoperto in piazza San Paolo. FOTO A. MAS.
L’alloggio dei clandestini e stranieri senza permesso di ospitalità scoperto in piazza San Paolo. FOTO A. MAS.
L’alloggio dei clandestini e stranieri senza permesso di ospitalità scoperto in piazza San Paolo. FOTO A. MAS.

Dovevano essere due i profughi e invece erano sei quasi tutti sui vent’anni. Tutti bangladesi e tutti ospitati in un appartamento di piazza San Paolo, ad Alte Ceccato, intestato ad un cittadino montecchiano. Non solo, i due stranieri, per i quali da una cooperativa del Padovano era stata presentata comunicazione d’ospitalità in municipio, non avevano documenti che attestassero lo status di richiedenti asilo ed erano, in pratica, clandestini. Gli altri quattro, invece, avevano quanto meno i documenti in regola ma non la dichiarazione d’ospitalità.

È quanto ha scoperto l’altra mattina la polizia locale “Dei Castelli” a seguito di alcuni normali controlli nell’alloggio che si trova in un condominio di fronte a piazza San Paolo.

I FATTI. Qualche giorno fa in municipio è arrivata la comunicazione, dalla cooperativa Cfso di Monselice che si occupa dell’accoglienza profughi, dove era specificato che nell’alloggio erano presenti due richiedenti asilo. Gli agenti hanno quindi eseguito le verifiche di routine trovando che in realtà gli stranieri ospitati erano il triplo di quanto previsto.

Quattro di loro erano in possesso di permessi di soggiorno temporanei mentre le due persone indicate dalla onlus erano prive di qualsiasi documento. Con sé avevano solo una lettera in cui la cooperativa dichiarava semplicemente che erano loro ospiti.

I vigili a quel punto, in base al Testo Unico sugli stranieri e dopo aver informato il magistrato, hanno portato i due bangladesi al comando per il foto segnalamento. In contemporanea sono iniziati degli accertamenti per far luce sull’affitto dell’alloggio in cui sono ospitati.

LA SEGNALAZIONE. Come spiega il comandante Massimo Borgo i due extracomunitari hanno raccontato di essere sbarcati cinque mesi fa a Lampedusa. “«Le verifiche hanno fatto emergere che i due erano già stati fotosegnalati altre due volte, ma con nomi e date di nascita differenti e quindi non rintracciabili con facilità negli archivi. Da quando sono arrivati in Italia non hanno mai avuto un documento ufficiale ma solo la lettera della cooperativa».

Lettera che non fornisce, però, riferimenti precisi sulla loro identità e potrebbe tranquillamente passare di mano in mano da uno straniero all’altro. «Per le autorità di pubblica sicurezza - prosegue il comandante Borgo - diventa quindi veramente difficile controllare il fenomeno, ma a Montecchio Maggiore teniamo alta l’attenzione con controlli e verifiche puntuali”.

IL SINDACO. «È incredibile ma è purtroppo diventata la norma - afferma il sindaco Milena Cecchetto - che i Comuni vengano a sapere per caso dell’ospitalità data a stranieri i quali, finché non vengono dichiarati rifugiati, sono di fatto clandestini. Nessuna comunicazione dalla prefettura che, evidentemente allertata dalla cooperativa, ha telefonato alla polizia locale per capire i motivi del fotosegnalamento». Una situazione paradossale per il primo cittadino castellano: «I nostri agenti fanno il loro dovere e gli organi preposti si stupiscono se, in mancanza di documenti, vengono fatti controlli accurati. Il sindaco è la prima autorità locale di pubblica sicurezza ed è veramente scandaloso che non venga messo al corrente di queste situazioni da chi di dovere. Tutto ciò dimostra che prefetture e governo non hanno mai avuto il controllo della situazione».

Antonella Fadda

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