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«Benedirò presto il nuovo ospedale»

La visita del vescovo di Vicenza agli anziani dell’Ipab “La Pieve”. FOTOSERVIZIO MASSIGNANMons. Pizziol  ha visitato alcuni reparti dell’ospedale castellano
La visita del vescovo di Vicenza agli anziani dell’Ipab “La Pieve”. FOTOSERVIZIO MASSIGNANMons. Pizziol ha visitato alcuni reparti dell’ospedale castellano
La visita del vescovo di Vicenza agli anziani dell’Ipab “La Pieve”. FOTOSERVIZIO MASSIGNANMons. Pizziol  ha visitato alcuni reparti dell’ospedale castellano
La visita del vescovo di Vicenza agli anziani dell’Ipab “La Pieve”. FOTOSERVIZIO MASSIGNANMons. Pizziol ha visitato alcuni reparti dell’ospedale castellano

Il vescovo Beniamino Pizziol ha trascorso la giornata mondiale del malato a Montecchio, incontrando prima gli ospiti della casa di riposo “La Pieve” e poi i pazienti ricoverati all’ospedale castellano. L’occasione è stata la visita pastorale alla parrocchia di Santa Maria e San Vitale iniziata venerdì e che si concluderà oggi pomeriggio con l’amministrazione del sacramento della Cresima. «La civiltà di un popolo – ha dichiarato il vescovo – si misura dalla capacità di prendersi cura delle persone malate. E qui ho trovato disponibilità, competenza e calore umano».

Mons. Pizziol è stato accolto all’Ipab “La Pieve” dal presidente Graziano Meneghini e dalla responsabile Chiara Cocco. Di fronte a una platea di circa 120 ospiti ha lodato i volontari e il personale («capitale preziosissimo»). Rivolgendosi agli anziani, li ha esortati ad essere attivi («nonostante i vostri problemi avente ancora la possibilità di dare: abbiamo 45 sacerdoti ammalati, io li ritengo la comunità più importante della Diocesi per i consigli che sanno dare»). Il vescovo ha anche offerto una nuova visione sulla suddivisione delle fasce d’età. «Quando visito una casa di riposo trovo sempre chi ha superato il secolo di vita. La vita s’è allungata. Io la vedo composta da quattro tappe: fino ai 25 anni è quella della formazione, dai 25 ai 50 della giovinezza perché si è ancora nel pieno delle energie, la terza della maturità e la quarta del compimento».

Nel tragitto tra l’Ipab e l’ospedale, separati solo da un cancello, Agostino Pilati ha trovato il tempo per illustrare le origini dell’antica pieve di Santa Maria, che risalgono all’epoca tardo romana, il ruolo che avuto nella comunità castellana e l’iniziativa di recupero in atto.

Nel nosocomio dapprima s’è recato, accompagnato dal direttore generale dell’Ulss Berica, Giovanni Pavesi, dal direttore sanitario Gianpaolo Stopazzolo, e dal presidente del comitato ristretto dell’Ovest Vicentino, Martino Montagna, nella Residenza assistenziale sanitaria e quindi al reparto psichiatrico per concludere il tour nel reparto di ortopedia, salutando uno ad uno tutti i ricoverati.

«Ho benedetto la posa della prima pietra del nuovo ospedale – ha detto – e spero a breve di poter essere presente alla sua inaugurazione. Al cantiere auguro un cammino senza intralci».

Pavesi ha ribadito che «Montecchio, come gli altri ospedali dell’Ulss 8, manterrà le sue eccellenze, offrirà assistenza sanitaria organizzata e non vivrà all’ombra di Vicenza», trovando l’approvazione del vescovo. «Piccolo è bello si diceva una volta, ora non più. Vale anche per la sanità. Prima ogni ospedale era geloso della propria indipendenza, era a sé stante, mentre ora c’è una visione unitaria, le eccellenze sono condivise».

Prima di salutare c’è stato il tempo anche per una breve apparizione nella sede dei donatori di sangue.

«Grande disponibilità e fraternità sono i tratti distintivi del nostro vescovo» ha detto don Guido Lovato, parroco di Santa Maria e San Vitale dal 2007, rimasto sempre al fianco di Pizziol. Nel pomeriggio la visita pastorale è proseguita con l’incontro con i ragazzi, i giovanissimi e gli Scout della parrocchia, mentre in serata c’è stato quello con il Consiglio pastorale e per gli Affari economici.

Giorgio Zordan

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