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Kaoutar, prima
marocchina
laureata
in legge

PERSONAGGI. Specializzatasi in scienze giuridiche europee e transnazionali a Trento, ha 28 anni e vive in città dal 1988
«Me lo ha comunicato da Roma il mio consolato. Lavorerò per l'integrazione dei migranti e per le pari opportunità»
Kaoutar Badrane
Kaoutar Badrane
Kaoutar Badrane
Kaoutar Badrane

Bassano. Ventotto anni compiuti, la laurea in scienze giuridiche in tasca, accanto a quella doppia cittadinanza costatale forse altrettanti sacrifici, e le idee ben chiare sul suo futuro, sul lavoro e su ciò che vuole dalla vita.
Kaoutar Badrane, magrebina d'origine ma bassanese d'adozione da più di vent'anni, è la prima ragazza marocchina ad aver conseguito in Italia la laurea in giurisprudenza.
Un primato che la riempie d'orgoglio e che la ripaga della fatica e di tutte le difficoltà affrontate per poter completare il suo percorso di studi e per ottenere un titolo che le consentisse di aiutare i suoi connazionali e tutti gli stranieri residenti in Italia ad integrarsi e a far valere i propri diritti.
«Il mio sogno è quello di dedicarmi alle questioni che interessano i cittadini stranieri e di lavorare per l'integrazione - spiega la neolaureata - Mi piacerebbe anche impegnarmi in politica per dar voce a questa fetta di popolazione che ha bisogno di rappresentanza».
Grandi progetti insomma, coltivati pazientemente nel corso degli anni e ora molto più vicini e concreti. Lo scorso 10 marzo infatti Kaoutar, residente con tutta la sua famiglia a Bassano, in pieno centro storico, ha discusso a Trento la tesi per la laurea specialistica in Scienze giuridiche europee e transnazionali, ottenendo la votazione di 101 su 110. E da qualche giorno ha iniziato il praticantato in uno studio legale di Castelfranco.
«Dopo la laurea sono stata contattata dal consolato di Roma e mi è stato riferito che sono la prima marocchina in Italia a laurearsi in giurisprudenza» racconta ricordando di aver scelto gli studi giuridici ad indirizzo internazionale proprio per poter operare per la pacifica convivenza di italiani e stranieri e per favorire i rapporti bilaterali tra i cittadini migranti e i loro stati d'origine. Sono ancora moltissime, d'altro canto, le difficoltà burocratiche e le resistenze di tipo culturale con le quali gli immigrati si trovano ogni giorno ad avere a che fare.
La stessa Kaoutar, giunta in Italia con la sua famiglia nel 1988, ha ottenuto solo quattro anni fa la cittadinanza italiana e per molto tempo ha dovuto fare la fila in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno. Eppure, sottolinea, ha frequentato le scuole elementari, le medie e anche le superiori in città e si è perfettamente inserita nel tessuto sociale bassanese.
Dopo essersi diplomata all'istituto professionale Remondini, la giovane ha frequentato un corso per mediatori culturali e grazie alla sua padronanza dell'arabo e del francese, è stata chiamata come interprete dal Tribunale cittadino ed ha insegnato la lingua italiana ad altri stranieri. «Tra i miei amici ci sono connazionali e anche molti bassanesi - prosegue -, mi trovo benissimo con tutti, non ho pregiudizi e mi piace, anzi, l'idea di essere un ponte fra le due culture. A volte, a scuola o all'università, ho notato una certa diffidenza nei miei confronti da parte di alcuni compagni o di qualche docente. Anche gli stranieri però sono restii ad integrarsi e spesso, per ragioni di natura economica o sociale, non fanno studiare i loro figli».
Questa vocazione al dialogo interculturale e al confronto, ha condotto Kaoutar lungo un percorso di formazione che, come si augura, le permetterà di far valere le giuste prerogative degli stranieri in Italia ma anche di lavorare per il raggiungimento della parità tra i sessi.
«Il problema delle pari opportunità tra uomo e donna non ha colore - conclude - e le donne partono ovunque svantaggiate. Per questo il consolato di Milano mi ha suggerito di creare un associazione finalizzata al sostegno delle donne migranti o in difficoltà».


Caterina Zarpellon

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