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Monticello

Impresario in coma
Indagato l'uomo
che l'ha colpito

L’episodio è avvenuto nel parcheggio delle ex elementari
L’episodio è avvenuto nel parcheggio delle ex elementari
L’episodio è avvenuto nel parcheggio delle ex elementari
L’episodio è avvenuto nel parcheggio delle ex elementari

MONTICELLO. Ha il cranio devastato. Lesioni cerebrali profonde, vasti ematomi, edemi, contusioni su tutta l'ampiezza della testa. Restano disperate le condizioni di Salvatore Barbasso, 54 anni, l'impresario edile di Cavazzale, originario della Sicilia e conosciuto come Michele, che domenica mattina è stato trovato esanime nel parcheggio delle ex scuole elementari di Monticello dopo una zuffa per questioni di denaro, sembra un debito non pagato di 300 euro, con un suo ex collaboratore, il muratore Luca Buonferrato. Quest’ultimo è stato iscritto sul registro degli indagati per l’ipotesi di lesioni, ma la sua posizione è destinata a modificarsi qualora si aggravassero ulteriormente le condizioni del ferito.

Del resto, Barbasso dal momento del ricovero in ospedale non ha mai ripreso conoscenza. È ventilato con il respiratore automatico, i medici della rianimazione del San Bortolo lo assistono giorno e notte, ma le possibilità di salvarlo appaiono minime. Preoccupa soprattutto il quadro neurologico largamente compromesso. Fra l'altro le ferite sono così estese e diffuse sull'intera superficie della volta cranica che sembra difficile possano giustificarsi solo con la caduta, sia pure pesante, provocata da un pugno come nella prima ricostruzione dell'accaduto sulla testimonianza dello stesso Buonferrato. Se Michele purtroppo dovesse morire, per l’ex collaboratore scatterebbe automatica l’accusa di omicidio preterintenzionale.

Buonferrato, ricostruendo la lite, ha parlato di un unico colpo sferrato per difendersi dall'ex datore di lavoro, che si sarebbe armato di un bastone custodito nel bagagliaio della sua auto e avrebbe cominciato a picchiarlo violentemente fino a che non è riuscito a bloccarlo. «Sì, è vero – ha dichiarato Buonferrato, rimasto pure lui ferito alla fronte e al naso – gli ho dato anche un pugno ma solo perché si allontanasse da me. Lui, però, purtroppo è caduto e ha battuto la testa».

Il sospetto è, invece, che i colpi inferti seguito alla discussione all'interno del bar “Conte Otto” possano essere stati più di uno, anche se questa è solo un'ipotesi. Il condizionale resta d'obbligo e a far luce dovrà essere l’inchiesta. Spetta infatti agli inquirenti accertare l'esatta dinamica del drammatico episodio che sta tenendo in angoscia due famiglie, soprattutto i congiunti di Barbasso. La sua vita continua ad essere appesa a un filo, sempre più sottile.

Franco Pepe

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